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Il decreto legislativo n. 199 – approvato nel novembre 2021 dal Governo Draghi in attuazione della Direttiva europea 2018/2001 (Red Due) – ha previsto una serie di semplificazioni procedurali per la promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili. Paradossalmente in alcuni casi a danno dell’ambiente stesso, con la liberalizzazione degli impianti sui terreni agricoli e la riduzione dei poteri di controllo del Ministero della Cultura.

La Regione Veneto nel 2022, con la legge regionale n. 17, ha tentato di porre un argine alla proliferazione indiscriminata degli impianti eolici e fotovoltaici, individuando – anche in collaborazione con le province e la Città metropolitana di Venezia – una serie di aree particolarmente vulnerabili alle trasformazioni territoriali e del paesaggio, definite “aree agricole di pregio”, NON IDONEE ad ospitare questo tipo di impianti.

Desta dunque sconcerto che la Fondazione Querini Stampalia abbia consentito la realizzazione di un impianto agrivoltaico di 18 ettari di superficie e 14 MW di potenza su una di queste “aree di pregio”, di sua proprietà in località Ca’ Solaro a Mestre. Area addirittura destinata a rimboschimento poiché zona di ampliamento del Bosco di Mestre.

La legge regionale 17 inoltre individua delle aree che non possono in nessun caso ospitare impianti di energie rinnovabili e cioè: i siti Unesco, le aree appartenenti alla rete ecologica europea Natura 2000 e le zone con vincolo paesaggistico.

Tutta la Laguna di Venezia è, ovviamente, la zona esclusa in assoluto perché assomma contemporaneamente tutti e tre i livelli di tutela.

La posizione di Italia Nostra relativamente alle Fonti di Energia Rinnovabili (FER) è chiara da sempre. Nello specifico i pannelli fotovoltaici si devono posizionare su superfici già edificate, capannoni, aree degradate o di bonifica, ex zone industriali, senza consumare suolo, in accordo a quanto proposto da Ispra per raggiungere gli obiettivi europei intermedi al 2030, stabilito dalla stessa legge (art. 20 del D.Lgs. n. 199/2021) e affermato dal Forum nazionale “Coalizione Art.9” a cui Italia Nostra aderisce con altre 22 associazioni di tutela.

La Sezione di Venezia, in previsione dell’ispezione Unesco dell’ottobre prossimo e del termine del 1° dicembre 2024 per la presentazione del Rapporto sullo stato di conservazione del sito “Venezia e la sua Laguna”, segnalerà all’Unesco queste gravi trasformazioni del territorio della Laguna e delle sue aree contermini, con una particolare attenzione all’ intervento previsto a Tessera dove il  MasterPlan 2023-2037 dell’Aeroporto Marco Polo destina 68 ettari di aree agricole perilagunari a ospitare un impianto agrivoltaico pari a circa 95 campi da calcio, tra il fiume Dese e la Statale 14.

 

Consiglio direttivo Italia Nostra – Sezione di Venezia

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