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(Immagine: l’ingegner Fabio Carrera). Da un articolo del Gazzettino apprendiamo che nella giornata di venerdì scorso, 24 luglio, il sindaco Brugnaro si è incontrato a Ca’ Farsetti con l’ingegner Fabio Carrera per discutere i problemi relativi al traffico acqueo. La notizia apre uno spiraglio di speranza per il futuro della città, dato che Fabio Carrera propone da molti anni alcune innovative ed efficaci soluzioni per il trasporto delle merci e per la lotta al moto ondoso. Pochi mesi fa Carrera è stato ospite della nostra Sezione, alla quale ha illustrato parte delle sue ricerche.
Nato e cresciuto a Venezia, dove il padre possedeva un noto ristorante in campo Sant’Angelo,
Carrera ha completato gli studi negli Stati Uniti, conseguendo un dottorato in informatica al prestigioso MIT di Boston. Assunto come professore da un’importante università del Massachusetts (il Worcester Polytechnic Institute), Carrera vi ha creato dei corsi originali, miranti a mettere l’informatica al servizio delle scienze umane. Da venticinque anni dirige un centro di studi per i suoi studenti proprio a Venezia: i laureandi vi eseguono ricerche e raccolgono dati su un’infinità di argomenti di interesse locale. Di tale centro da lui diretto, il Venice Project Center, abbiamo più volte parlato su questo sito come di un’innovazione altamente meritevole di lode. L’ultima creatura del Centro è una pagina web nella quale si può seguire in tempo reale il numero delle navi e degli aerei in transito per Venezia e perfino una estrapolazione del numero di turisti presenti in città giorno per giorno (cliccate qui per aprire la sorprendente pagina).
Negli anni 1999-2000 (sindaco Paolo Costa) i laureandi di Carrera avevano studiato un nuovo e più razionale metodo per la distribuzione delle merci a Venezia (l’autore di queste righe, allora presidente di Pax in Aqua, seguì gli sviluppi molto da vicino). La soluzione proposta fu di raggruppare le merci in arrivo sulla base delle aree di destinazione e non, come si faceva e si fa tuttora, sulla base del prodotto trasportato o dei clienti dei trasportatori. Tutta la merce destinata, per esempio, alla zona della Bragora si poteva mettere in una o più barche, che avrebbero coperto solo il tragitto dal centro d’interscambio alle rive della Bragora (oggi invece ogni barca fa più volte il giro di tutta la città per servire una marca di bibite o di televisori). Carrera calcolava che si sarebbe potuto risparmiare l’ottanta per cento dei chilometri percorsi da ogni barca.
L’idea era ottima (e quasi ovvia, con il senno di poi) e fu raccolta, ma senza indicarne la paternità, dal sindaco Costa che, sdegnando gli studenti di Carrera, chiamò una ditta tedesca specializzata in trasporti, la Transcare, per studiare un progetto professionale (Costa era allora commissario al moto ondoso e disponeva di fondi abbondanti). La Transcare fece i suoi studi, vi aggiunse il progetto di una barca speciale al posto dei tradizionali mototopi (fu costruito anche un prototipo dal cantiere di Crea), vi aggiunse perfino il prototipo di una specie di container per le merci, chiamato “Venice box”. Costa presentò il progetto con grande pompa al centro Telecom di San Salvador (il vostro redattore era presente). Poi procedette all’acquisto di un immobile al Tronchetto per farne la sede del Centro, investendo una trentina di miliardi.
Ma restò tutto fermo. Il Centro non era molto adatto allpo scopo (le sue rive sono due metri sopra il medio mare), e soprattutto non fu possibile nettere d’accordo i trasportatori che da padroncini isolati dovevano trasformarsi in cooperativa. Il Comune trasferì alcuni dei suoi uffici al piano superiore del Centro mai nato.
Intanto Carrera continuava il suo lavoro. Notizia del Venice Project Center giunse all’orecchio di Giovanni Pelizzato, candidato nella lista di Casson, che incluse Carrera tra i consulenti da ascoltare. Forse per questa via, forse per altre a noi non note, il sindaco Brugnaro venne a sapere di Carrera. Non ci è noto il contenuto del loro dialogo. Tuttavia possiamo sperare, dato che Carrera non rappresenta nessun interesse salvo il bene della città, che sia stato un fruttuoso contraltare alle proposte che sono giunte a Brugnaro dagli esponenti delle “categorie”, proposte che il sindaco sembra propenso ad accettare: innalzamento dei limiti di velocità, niente obbligo di gps a bordo, maggiore spazio agli operatori e minore ai privati cittadini possessori di barche.
Potete leggere qui sotto l’articolo sul Gazzettino.