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Inseriamo qui due interventi comparsi sul sito online “eddyburg” (di Edoardo Salzano, ex docente IUAV ed ex assessore comunale a Venezia) a proposito dell’allargamento dell’Hotel Santa Chiara con la costruzione di quello che i media ormai chiamano il “Cubo” di piazzale Roma. Ne sono autori
rispettivamente Paola Somma e Stefano Boato, entrambi docenti IUAV ed entrambi molti noti in città per le loro pubblicazioni e, nel caso di Boato, per la partecipazione alla vita politica e amministrativa (Boato è stato assessore all’Urbanistica negli anni 1988-90  ed è ancora parte della Commissione di Salvaguardia di Venezia). Entrambi gli interventi sono piuttosto tecnici e presuppongono una buona conoscenza della città e in particolare della zona in
questione. Tuttavia permettono, specialmente se letti assieme, di inserire la questione del Cubo nel contesto più ampio dell’urbanistica veneziana e della storia di Piazzale Roma e dintorni, anche dal punto di vista politico e amministrativo. Vi si parla della nuova cittadella della Giustizia, del ponte di Calatrava, del rifacimento della Stazione ferroviaria, del costruendo ampliamento del garage San Marco, della pensilina per il nuovo tram come di tasselli di un mosaico che ha una sua forse pianificata coerenza. Per gli autori dei due interventi si tratta di operazioni distruttive di quella parte del tessuto urbano e in prospettiva dell’inter0 concetto di città, come avrebbe dimostrato (citiamo dall’articolo di Paola Somma) l’impresa di quattro giovani di Jesolo che nel 2011 hanno “percorso in automobile il ponte di Calatrava e hanno poi tranquillamente parcheggiato in campo san Geremia”, quasi a dimostrare per primi un’apertura della città alle quatto ruote. Dato quanto sta accadendo, conclude Paola Somma, “sarebbe gentile invitarli a tornare sul luogo del delitto ed offrir loro un pernottamento omaggio al motel Santa Chiara, come premio per aver saputo captare prima di tutti la “vocazione” del luogo e lo spirito dei tempi”.
Leggi l’intervento di Paola Somma
Leggi l’intervento di Stefano Boato

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