Riportiamo un'intervista a Lidia Fersuoch, presidente della sezione al tempo del restuaro del Fondaco…
Il grado di civiltà di un luogo si vede anche dalla sua capacità di godere delle proprie bellezze naturali e artistiche, che sono un patrimonio prima di tutto degli abitanti. Parigi è per i parigini, ha esclamato recentemente il sindaco Alain Juppé, e noi intendiamo sostenere e tradurre in realtà il principio che Venezia è per i veneziani. Per questo occorre limitare i flussi di visitatori e regolare con attenzione il piccolo commercio ambulante che sta trasformando le strade in impraticabili e inguardabili corridoi di passaggio tra muraglie di oggettini per il turismo di masssa. Il 9 settembre, a quanto riferisce un articolo della Nuova Venezia, i tecnici del Comune si riuniranno per gli ultimi ritocchi alle ordinanze sui plateatici. La cosa, messa in moto da una legge nazionale e dalle conseguenti azioni della Soprintendenza che imponeva di liberare almeno parzialmente gli spazi usurpati, è stata preceduta da numerosi incontri con i rappresentanti di esercenti e ambulanti. Ma in quelle riunioni, chi
rappresentava i cittadini? Le tante associazioni di difesa del territorio sono state consultate? Perché il sindaco deve ascoltare solo gli esercenti e le altre “categorie”? Non siamo tutti noi veneziani coinvolti nella questione e dunque “portatori d’interesse”? Il sindaco forse risponderebbe che lui è stato eletto e che per questo ci rappresenta. Ma è stato eletto anche dalle categorie, però adesso le ascolta a parte. Dunque anche le associazioni hanno lo stesso diritto.
Intanto le prospettive non sono buone. L’articolo della Nuova che citiamo riferisce quanto molti già sospettavano: risulta che molte delle bancarelle sono in “subaffitto”: di proprietà di veneziani, sono date in gestione a cittadini extracomunitari mentre i titolari si godono gli alti rendimenti. Sicuramente occorre mettere molto ordine in problemi così complessi, come d’altra parte in quello dell’accoglienza al Tronchetto, in quelli dei posti barca e delle rive nei canali e del moto ondoso, per non citare che i principali tra i casi di indifferenza o cattiva gestione delle amministrazioni precedenti, tutte senza eccezioni. Ingrandite l’immagine qui sotto cliccandovi sopra: vi darà un’idea del caos totale in cui versano alcune zone della nostra Venezia.