Riportiamo un'intervista a Lidia Fersuoch, presidente della sezione al tempo del restuaro del Fondaco…
Con quello che si può definire un vero e proprio scoop, la Nuova Venezia di oggi 22 agosto riferisce alcuni nuovi dati sui flussi turistici a Venezia. I dati risultano da uno studio commissionato a suo tempo dal commissario Zappalorto e portato a termine da “due giovani ricercatori”. Il numero finale ottenuto dallo studio può essere strabiliante: nel 2014, ben 27 milioni di persone, “cifra record, mai registrata prima”. Noi di Italia Nostra avevamo parlato di 30 milioni già dal 2012, quando tutti i media citavano i 22,5 milioni dei dati ufficiali del Comune. La nostra non era una cifra portata avanti a caso, ma risultava da uno studio accurato delle fonti e l’abbiamo pubblicata anche in uno dei libretti della serie “Occhi aperti su Venezia” dell’editore Corte del Fontego. Quel risultato ha faticato a farsi strada, contrario com’era alle insistite dichiarazioni ufficiali. E oggi abbiamo ancora ragione di ritenere che questo dato di 27 milioni, contenuto com’è in uno studio commissionato dal Comune, sia fortemente approssimato per difetto. Ricordiamo che in un citatissimo lavoro del Coses (2011), si diceva che una conta precisa dei turisti reali avrebbe potuto “scatenare reazioni sociali allarmate”.
Ma anche così cauti i numeri di oggi sono tremendi. Si parla di 74 mila persone al giorno di media (il che significa oltre 100 mila al giorno per sette-otto mesi l’anno), in aggiunta ai 35 mila pendolari per studio e lavoro. Ricordiamo che uno studio di Paolo Costa-Jan van der Borg calcolava in 20.750 persone la media giornaliera sostenibile senza danni per la città.
L’articolo che riportiamo e le tabelle connesse danno un’idea precisa della conseguenze di tale quotidiana invasione. Vi si parla anche dei progetti di diversificare le vie d’arrivo, come se così facendo i numeri diminuissero anziché aumentare. L’unica soluzione è porre un limite ai flussi quotidiani, come stanno facendo, attraverso strategie differenti, città come Barcellona, Parigi, Berlino. Il problema è ormai mondiale ed è stato già affrontato altrove (si può vedere “Overbooked. The Exploding Business of Travel and Tourism”, New York, Simon & Shuster, 2013, con un lungo capitolo su Venezia). Da parte nostra, ripetiamo un suggerimento che abbiamo più volte avanzato: cominciare dai gruppi organizzati di escursionisti (valutabili in 40-50 mila al giorno), chiedendo alle agenzie organizzatrici di prenotare in anticipo e rifiutando le prenotazioni oltre un certo numero accettabile. Sembra una mossa meno drastica e più realistica che costruire tornelli in piazza San Marco o creare sette “hub” d’ingresso alla città come proposto da altri cittadini lodevolmente interessati a risolvere il gravissimo problema. I gruppi sono facilmente identificabili e controllabili, le agenzie facili da contattare e avvertire. E in questo modo, dettaglio importantissimo, si limiterebbe proprio il numero dei visitatori che contribuiscono meno all’economia della città mentre sono quelli che forse più di tutti sono la causa degl’ingorghi del traffico pedonale e del proliferare di bancarelle e negozietti di cianfrusaglia. Trovate qui sotto l’articolo della Nuova; coem il solito, cliccate sull’immagine per ingrandirla e leggere meglio il testo.