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(Immagine da resetvenezia.it: gli appartamenti in affitto a Venezia pubblicizzati in airbnb). Il numero che diamo nel titolo è da considerarsi più basso del reale. E’ infatti il risultato di una ricerca condotta da un ente privato sul sito di Airbnb, l’ormai famosa azienda che raccoglie e gestisce le offerte di appartamenti per turisti in tutto il mondo. Il numero è inferiore al reale perché include solo gli appartamenti che hanno scelto di comparire su quel sito. Dobbiamo pensare che ve ne siano almeno altrettanti che si servono di altri canali, se non altro per evitare la visibilità anche ai fini fiscali.
Troviamo l’indicazione in un articolo della Nuova Venezia di domenica 23 agosto, che riproduciamo qui sotto. In esso cominciano ad affiorare, per la prima volta, dei numeri realistici riguardo alle presenza turistiche a Venezia, numeri che finora sono stati molto difficili da reperire. La ricerca è stata condotta su invito del gruppo resetvenezia.it (leggere ri-sèt, con la esse di sera) dal fotoreporter Murray Cox (trovate i dettagli nell’articolo). I prezzi medi giornalieri risultano di 143 euro per Venezia insulare, e il profitto medio di un appartamento si aggirerebbe sui 1.250 euro al mese. Interessante il fatto che i numeri ufficiali in possesso della regione sono, per Venezia insulare, di sole 732 residenze. Dal canto suo la Provincia aveva denunciato che il 22 per cento degli appartamenti offerti sul web non risultavano iscritti nei suoi registri; ora si scopre che larealtà è di gran lunga superiore. Il numero di posti letto degli appartamenti, valutato da reset in circa 15.000 porterebbe a 45.000 l’offerta totale, che secondo reset sarebbe già di un posto letto per abitante. Il gruppo resetvenezia accompagna l’annuncio dei dati con un lungo articolo nel quale conclude che “In effetti a guardare la mappa degli alberghi e quella degli appartamenti turistici é evidente come ormai Venezia sia invece un enorme albergo diffuso che peró sfugge ad ogni controllo (comunque sporadico e rivolto soprattutto allo sprovveduto cinese di turno) . Soprattutto c’è un’ampia zona grigia che non partecipa alla raccolta della tassa di soggiorno, come invece capita a chi fa attivitá alberghiera tradizionale o chi fa impresa correttamente anche con gli appartamenti turistici, o peggio non dichiara né le presenze e nemmeno gli introiti derivanti dall’attività“. L’articolo conclude che “Questo è un mercato che tocca in modo diretto la residenza e per questo ha bisogno di essere normato e controllato con assoluta attenzione“.
(Per leggere meglio il testo cliccare sull’immagine per ingrandirla).
Leggi il testo di resetvenezia sulla sua ricerca cliccando qui.
Il testo originale della ricerca, in inglese, si può leggere qui.