Venezia, 01/04/2021 Prot.n.13 Da tempo alcune forze politiche ed associazioni propongono la realizzazione di…
(Immagine: la spiaggia del Lido davanti all’Ospedale al Mare). La Nuova Venezia di martedì 8 settembre riferisce che il complesso immobiliare dell’ex Ospedale al Mare è ora ufficialmente nelle mani di Hines Italia. Si tratta della società immobiliare (filiale italiana di un gigante americano dei beni immobili con quartier generale nel Texas) che attualmente gestisce i due grandi alberghi del Lido Excelsior e Des Bains. Tutt’e tre le proprietà erano state date in gestione a EstCapital che le amministrava attraverso il fondo Real Estate, ma erano recentemente passate alla Cassa Depositi e prestiti. La Cassa stessa, dopo aver invano lanciato una “manifestazione d’interesse” per le tre proprietà, ora le ha affidate alla Hines Italia (in realtà erano arrivate due manifestazione d’interesse, ma erano state respinte perché non rispondevano al requisito di “vantare una presenza sul Lido di Venezia di progetti di dimensioni significative”.
Su Hines Italia abbiamo raccolto le seguenti notizie.
Hines Italia è la filiale italiana di Hines, società immobiliare americana con quartier generale a Houston, Texas, fondata nel 1957 da Gerald D. Hines, che ne è ancora il presidente. (il figlio Jeffrey C. Hines ne è amministratore delegato). Sul suo sito web la società si definisce come “a privately owned, international real estate firm that has provided the highest level of quality, service and value to its clients and investors for more than 58 years”. La società “ha filiali in 185 città nel mondo e relazioni con molte delle maggiori istituzioni finanziarie mondiali. E’ presente in 19 Paesi con uffici regionali a Houston, (sede principale), Atlanta, Chicago, Londra (quartier generale per l’Europa) e altre 104 città americane”.
Il quotidiano Libero riferisce di aver svolto una ricerca sulla Hines con il seguente risultato:
Il Gruppo Hines è un operatore immobiliare a livello internazionale, con sedi in tutto il mondo, fondato nel 1957 a Houston (Texas) da Gerald D. Hines. Il Gruppo, il cui capitale è interamente privato, è attivo nei settori dell’investimento, dello sviluppo e della gestione immobiliare, impiega oltre 3.000 persone e opera dagli Stati Uniti all’Europa, fino ai cosiddetti mercati emergenti (Russia, Polonia, Cina, Messico e Argentina). Ad oggi Hines ha sviluppato in tutto il mondo 900 proprietà e 680 progetti per oltre 18 milioni di metri quadrati, in 85 diverse città. Dal 1991, Hines ha generato 19 fondi monetari di investimento con oltre 9 miliardi di dollari di capitale effettivo affidatogli dai soci, fondi pensione, autorità straniere di investimento, fondazioni. Presente con propri uffici in 15 diverse nazioni, in Europa sta realizzando progetti per oltre 1 milione di metri quadrati, finanziati sia attraverso capitali del gruppo sia per mezzo di fondi immobiliari istituzionali. In Italia il Gruppo Hines è presente dal 1999 attraverso una società a responsabilità limitata, la Hines Italia, creata insieme alla famiglia Catella, che opera nel settore immobiliare dal 1970. Hines Italia S.r.l, il cui Amministratore delegato è Manfredi Catella, opera in qualità di project manager (acquisizione, finanziamento, equity, urbanistica, fase progettuale e realizzativa, locazione e vendita).
Il 2 settembre 2015 il Sole 24 ore annuncia l’imminenza di un’alleanza di Hines Italia con lo stato del Qatar:
L’alleanza fra Manfredi Catella, numero uno di Hines Italia, e il Qatar punta diretta su Piazza Affari. Secondo indiscrezioni raccolte dal Sole 24 Ore, potrebbe infatti profilarsi la quotazione per la newco costituita dall’imprenditore (al momento chiamata Itares, ma il cui nome verrà cambiato a breve) che verrà trasformata in Siiq, cioè società di investimento immobiliare quotata.
Riportiamo qui l’articolo di Enrico Tantucci, che lascia aperte molte domande su quello che potrà essere il futuro dell’intero complesso. Come giudicare la gestione di EstCapital? Che cosa vuol dire “valorizzazione a fini turistici del nosocomio”? Resta ancora in piedi la possibilità di costruire una darsena per un migliaio d’ imbarcazioni? Sarà preservata la destinazione sanitaria almeno del monoblocco?
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