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Una bella prova per la nostra democrazia. Abbiamo da una parte un ragionevole, poco costoso e poco impattante progetto per mantenere a Venezia le navi da crociera e il loro supposto contributo alle finanze cittadine. Dall’altra l’idea di accoglierle in Marittima attraverso 22 chilometri di canali lagunari, dei quali almeno cinque da scavarsi quasi ex novo, con percorso lungo la poco attraente zona di Marghera, con fanghi da smaltire, finte barene da costruire, margini sottomarini dentro l’ormai dissacrata laguna. Ma il primo progetto è sostenuto da tre professori universitari e un ingegnere (pochi fondi, pochissima forza politica). Il secondo da tutti: sindaco, Porto, centrodestra, perfino parti importanti del centrosinistra. Un po’ come ai tempo del Mose, quando ogni ragionevolezza fu sconfitta dal Consorzio Venezia Nuova, con le conseguenze oggi note (il Consorzio era allora presieduto da Luigi Zanda, oggi capogruppo dei senatori del Pd).
Italia Nostra è contraria all’arrivo delle grandi navi a Venezia, anche in un porto extra-lagunare come quello proposto dai professori. Ma non c’è dubbio che il loro progetto è di gran lunga il male minore (male non solo per Venezia ma anche per i poveri abitanti e operatori delle spiagge del Cavallino, che si trovano presi in una morsa senza scampo). Nella Bibbia la sfida impari è stata vinta da Davide; ma nella cinica politica italiana tutti i pronostici vanno in favore di Golia.
Leggete qui l’intervento del professor Boato sulla Nuova Venezia del 16 ottobre.

Boato intervento porto

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