Riportiamo un'intervista a Lidia Fersuoch, presidente della sezione al tempo del restuaro del Fondaco…
Dalla Nuova Venezia del 30 ottobre riportiamo una lettera (una delle tantissime dello stesso tenore) di due cittadini fortemente preoccupati per quella che giustamente chiamano “la distruzione della città”. Lamentano l’imperversare di negozietti per turisti, l’aumentare di alberghi e b&b, mentre “di abitanti nemmeno parlarne, saranno pochi figuranti da riserva indiana”. Ma con la più grande ingenuità ripongono le loro speranze proprio nel nuovo sindaco Brugnaro: “abbiamo sperato e speriamo nel nuovo sindaco, uomo del fare e crediamo non solo del parlare”. Si può giustamente temere che questo atteggiamento sia o sia stato diffuso tra molti. Si spera proprio in colui che più dei suoi predecessori propone l’aumento del turismo, la trasformazione d’uso delle case, la distruzione della laguna con lo scavo di canali, la mercificazione della cultura. Se vi sarà un “fare” nei prossimi anni, sarà in favore di quegli stessi fenomeni che i due autori della lettera stanno denunciando. I veneziani meno ingenui dovranno rivolgersi altrove, verso quelle associazioni e quei gruppi di cittadini che ormai da anni cercano di opporsi a una “distruzione” sempre più evidente. Se non lo fanno rimangono corresponsabili di fronte ai loro figli e ai loro nipoti.