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Il Gazzettino
Domenica 1 Novembre 2015
Moto ondoso, nuovo esposto alla Procura
Sembra che da qualche mese a questa parte il problema del moto ondoso sia stato accantonato, in attesa di tempi migliori. I vandali della laguna, però, non si fermano neppure per un istante e continuano a devastare i fondali e le rive della città mentre gli interventi repressivi si limitano ad interventi di facciata.
La misura è di nuovo piena ed è partito un nuovo esposto alla Procura, a tutte le forze dell’ordine, all’ex Magistrato alle Acque e al Comune in cui si chiede di applicare tutte le norme esistenti sulla sicurezza della navigazione prima che succedano nuovi disastri. A firmare il documento è il presidente della Canottieri Giudecca Pier Maria Barbaro, il quale ha notato il fortissimo incremento del traffico da e per San Clemente e Sacca Sessola, in concomitanza con l’apertura degli alberghi. Per Barbaro, non ci si può più nascondere dietro un dito, poiché l’espansione del traffico acqueo è “intrinsecamente legata” allo sviluppo del turismo.
«Abbiamo cercato di avviare un dialogo con le direzioni degli alberghi – – accusa – ma non abbiamo neppure avuto la cortesia di una risposta».
La risposta a una simile situazione non può che essere una repressione costante nei confronti di chi corre, che non si limiti a multare le famiglie di veneziani che vanno in gita per la laguna, ma che comincino a toccare pesantemente anche taxi, noleggi, granturismo e trasportatori, di gran lunga i maggiori responsabili del moto ondoso alle Fondamente Nuove, canale della Giudecca, canale delle Navi, Bacino di San Marco, canale di Tessera.
«Serve uno sforzo straordinario di repressione – conclude Barbaro – in attesa di soluzioni strutturali come il Gps obbligatorio per taxi, lancioni e topi da trasporto, limitazione della potenza dei motori e carene dislocanti coerenti con la delicatezza della città».
Finora, invece, la risposta è stata questa: raffiche di multe ai residenti che imboccano il rio di Sant’Antonin, con verbali firmati Argos da 360 euro.
I cento occhi di Argos in canal Grande, però, sembrano aver bisogno di occhiali.
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