Autore del video Manuela Pellarin - Vicepresidente della sezione di Venezia.
Riprendiamo l’argomento che avevamo proposto inserendo la lettera del professor Tattara ai giornali riguardo agli aspetti finanziari della presenza delle navi da crociera alla Marittima.
Ora viene confermato che le azioni della Vtp (Venice terminal passeggeri, che gestisce le crociere a Venezia) verranno messe in vendita, essendo risultato improprio che esse appartengano all’Autorità portuale, che della Vtp dovrebbe essere il controllore. Le azioni da vendere sono il 66 per cento di quelle della Apvs (Autorità portuale-Veneto sviluppo), che a sua volta possiede il 53 per cento di Vtp: dunque circa il 35 per cento del totale Vtp, una quantità che permetterebbe il controllo dell’azienda se sommato ad altre azioni (per esempio quelle della privata Save, proprietaria dell’aeroporto, che possiede il 22 per cento di Vtp). In questo momento il valore di Vtp sul mercato è valutato in 50 milioni di euro e la quota in vendita varrebbe circa 18 milioni. Naturalmente tutto questo resta vero se le navi da crociera continuano ad approdare in Marittima, dove la Vtp ha fatto i suoi investimenti. Se esse dovessero approdare altrove o addirittura non a Venezia il valore delle azioni potrebbe crollare. Ricordiamo le conclusioni alle quali era giunto il professor Tattata: “L’Autorità portuale ha una partecipazione maggioritaria in Vtp e se si adombrasse un possibile ridimensionamento del traffico crocieristico alla Marittima il valore di Vtp subirebbe un dirissimo colpo e si ridimensionerebbe ben bene il “tesoretto” dell’Autorità portuale”. Sarebbe ben triste se la presenza delle grandi navi a Venezia, con il loro contenuto di turisti in eccesso, di inquinanti marini, acustici e atmosferici, con il pericolo di incidenti e danni alla città, fosse dovuta principalmente a un banale conto di profitti di qualche azienda pubblico-privata.