Riportiamo un'intervista a Lidia Fersuoch, presidente della sezione al tempo del restuaro del Fondaco…
(Immagine: palazzo Gradenigo, ex sede della Venis informatica, è uno dei tre palazzi che saranno venduti). Un articolo molto interessante di Enrico Tantucci sulla Nuova Venezia di oggi 7 dicembre fa il punto sugli acquisti immobiliari messi in atto a Venezia dalla Cassa Depositi. La Cassa è un’emanazione del ministero dell’Economia. I suoi interventi risultano spesso provvidenziali perché evitano la vendita di beni pubblici a prezzi scontati sotto la pressione delle esigenze di bilancio degli enti proprietari; una volta acquistati i beni a prezzi più equi, la Cassa può procedere a rivenderli a beneficio dell’erario. La Cassa stessa, però, può evidentemente operare come investitore privato attraverso un suo “Fondo strategico”. Tantucci riferisce che essa “ha stipulato un accordo di investimento con il gruppo Rocco Forte Hotels” (grosso gruppo alberghiero inglese guidato da un imprenditore di origine italiana) per un piano di sviluppo nel quale la nascita di nuovi alberghi a Venezia avrebbe un posto importante. In tale quadro si inserirebbero i recenti acquisti di palazzi dal Comune, e principalmente i tre palazzi di cui abbiamo dato altre volte notizia:
– palazzo Diedo a Cannaregio, destinato a ristorante, negozi e due appartamenti;
– palazzo Gradenigo a Castello (la bella ex sede di Venis informatica accanto al Liceo scientifico Benedetti), destinato ad albergo;
– palazzo Donà a Santa Maria Formosa, probabile altro albergo.
Sono sempre positivi il restauro e la manutenzione dei grandi palazzi veneziani. Ci si chiede però se la destinazione alberghiera sia veramente la sola possibile e non soltanto la più facile e ovvia, mentre un ente pubblico come la Cassa depositi e prestiti dovrebbe forse sforzarsi di contrastare la graduale trasformazione della città in albergo diffuso. Il fatto che non stia operando in quel senso viene confermato anche dalla lista degli altri acquisti operati recentemente e Venezia e, a quanto pare, tutti inquadrati un una politica di economia alberghiera. Ecco i principali di tali
acquisti, ricordati da Tantucci nel suo articolo che riportiamo qui sotto:
– Palazzo Manfrin sul rio di Cannaregio;
– isola di Sant’Angelo delle polveri;
– isola di San Giacomo in paludo;
– Casotto Capogruppo a San Pietro in Volta.