La presidente nazionale di Italia Nostra, Antonella Caroli, il Consiglio Direttivo Nazionale, il presidente del…
(Immagine: uno dei tanti negozi per turisti che a Venezia si stanno sostituendo ai negozi di vicinato). Riportiamo un articolo della Repubblica di oggi 19 gennaio, nel quale si riferisce che il
sindaco di Firenze ha appena emanato un provvedimento che bandisce un certo tipi di esercizi
commerciali, ritenuti indecorosi, dalla sua città. Il bando riguarda i “minimarket e asiamarket” che a quanto pare sono in realtà delle vendite di alcolici, ma anche kebab, compro-ore, internet point e fast food che “si sostituiscono ai negozi tradizionali, trasformando il centro in un deserto mercificato”. Quei negozi si erano moltiplicati in seguito alla “totale liberalizzazione del commercio introdotta dal governo Monti”. A noi venezianoi interessa moltissimo questo provvedimento, perché dimostra che opporsi alla totale liberalizzazione è possibile. Secondo Repubblica il sindaco di Firenze ha fatto leva su una norma contenuta nel codice dei beni culturali e su alcune lettere dell’Unesco. Anche il sindaco Fassino ha emesso provvedimenti simili a Torino. Dunque intervenire è possibile. Il nostro sindaco Brugnaro, assessore anche alla cultura, ne è al corrente? I consiglieri comunali possono chiedere un intervento? O noi veneziani dobbiamo convivere con la trasformazione di calli e campi in centri di vendita di maschere, borse di finta pelle e oggettini di finto vetro di Murano?