Riportiamo un'intervista a Lidia Fersuoch, presidente della sezione al tempo del restuaro del Fondaco…
(Immagine: il tetto del Fontego dei Tedeschi come non lo rivedremo mai più dopo i lavori “in stile veneziano”). Con una riunione “esclusiva e riservata a un manipolo di veneziani tra cui il sindaco Brugnaro” (citiamo dala Nuova Venezia) i nuovi gestori del Fontego dei Tedeschi hanno illustrato lo stato di avanzamento dei lavori per la trasfigurazione di un pezzo della nostra storia al fine di adattarlo alla vendita di prodotti di lusso per il turismo d’élite. Non c’è da stupirsi che Italia Nostra non sia stata invitata, dopo che la nostra sezione ha combattuto strenuamente nei media e nei tribunali la realizzazione di quella che considera un’offesa al nostro patrimonio comune. C’erano però i giornali locali, dai quali riportiamo qui sotto due articoli. Risulta che nella sua relazione l’architetto incaricato del riadattamento ha usato come consulenti locali l’architetto Alberto Torsello (molto noto in città per altri interventi di ristrutturazione come quello allo Hard Rock caffè in Bacino Orseolo) e secondo la Nuova Venezia anche l’architetto Renata Codello, ex soprintendente ai Beni architettonici e oggi segretario regionale ai beni culturali. Mani sicure, a quanto si può capire. L’architetto, l’inglese Jamie Fobert, intende abbellire gl’interni con “elementi veneziani ripensati da noi” cercando di “ricreare lo spirito veneziano” con interpretazioni moderne. Forse il modo migliore per ricreare lo spirito veneziano sarebbe stato quello di non toccare
niente, lasciando parlare le pietre originali. A causa di qualche ritardo, Fobert ha annunciato l’apertura del centro commerciale per l’ottobre di quest’anno. Sarà chiamato “T Fontego”, con la T per Travel (o Turismo?) a indicare che si rivolge ai “viaggiatori” e non agl’indigeni. Riportiamo prima l’articolo di Tantucci sula Nuova, poi quello di Navarro Dina sul Gazzettino.