Riportiamo un'intervista a Lidia Fersuoch, presidente della sezione al tempo del restuaro del Fondaco…
(foto:Il Gazzettino)
Le dichiarazioni del ministro Franceschini durante la visita per l’apertura delle nuove sale espositive alle gallerie dell’Accademia.
Lentamente sembra farsi strada anche a livello istituzionale la consapevolezza che Venezia no può vivere di solo turismo.
Riportiamo l’articolo di Paolo NavarroDina pubblicato sul Gazzettinodel 30 gennaio.
Franceschini:Venezia viva e non solo meta di turisti
Alla fine, di fronte al pubblico della Scuola dei Librai alla Fondazione Cini a Venezia, lo ha ammesso. E senza tanti giri di parole. Davanti alla “puntura di spillo” di Ferruccio De Bortoli, non ha più potuto tirarsi indietro. «Le statue coperte? Un tragico errore. Uno sbaglio. Bastava solo cambiare percorso o cambiare museo…». Così, ieri il ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, in visita a Venezia per l’apertura di nuove sale alle Gallerie dell’Accademia (come riferiamo qui sotto) al termine di una giornata veneziana a tutto campo: una raffica di appuntamenti iniziati in prima mattina quando proprio davanti alla sede delle Gallerie è stato accolto da un drappello di sostenitori del Comitato No Grandi Navi che, in mezzo alle bandiere e agli slogan, gli hanno consegnato un dossier con la richiesta chiara: “Fuori le navi crociera dalla Laguna di Venezia”. Lapidario il ministro Franceschini: «Bene, lo leggerò».
Ma è stato durante la visita alle Gallerie delle Accademia che il ministro ha ribadito le linee guida della riforma che porta il suo nome. «Qui a Venezia – ha sottolineato davanti a un folto pubblico – siete stati antesignani nella collaborazione tra Stato e privati. I Comitati internazionali che qui operano da 50 anni possono essere esempio per quanto andiamo dicendo e facendo, basti pensare alla procedura dell’Art bonus, del credito d’imposta per ogni forma di mecenatismo».
E rispondendo al sindaco, Luigi Brugnaro, che aveva ribadito come Venezia “vuole essere una città viva”, Franceschini ha detto: «Abbiamo messo in atto una sfida mondiale per far restare Venezia una città viva e non solo meta di turisti. Per questo abbiamo una grande tradizione che unisce tutela e valorizzazione. Per anni ci sono stati tagli alla cultura, ora abbiamo deciso di cambiare la rotta, anche con nuove assunzioni. Almeno 500 persone in più. Ma se abbiamo questo patrimonio dobbiamo difenderlo e agire con buonsenso».
E se da un lato Franceschini ha voluto valorizzare i Comitati Privati per Venezia incontrandone i responsabili (Umberto Marcello del Majno, Jerome Zieseniss e Franca Coin), dall’altro, ha visto una delegazione sindacale (Cgil, Cisl, Uil, Flp) che ha lamentato disorganizzaione e carenza di organico. «Abbiamo espresso la nostra preoccupazione per lo stato di confusione nel quale operiamo – ha detto Francesca Crema (Cisl) – Manca personale nei ruoli chiave. Le 500 assunzioni non basteranno». Franceschini non ha potuto far altro che incassare le richieste dei sindacati rimandando ad altri incontri a livello nazionale.
Ma il punto centrale della visita veneziana di Franceschini è stato l’incontro col sindaco Luigi Brugnaro. Un vertice più volte chiesto dal primo cittadino, anche in modo veemente, per affrontare vari temi: rivitalizzazione della città, opere pubbliche, specificità di Venezia, Grandi Navi. E su altri punti come la riconferma di Paolo Baratta alla Biennale, che aveva portato il sindaco Brugnaro ad una reazione stizzita per non esser stato informato preventivamente della nomina, fino alle polemiche sulla proposta di vendita di due quadri di Ca’ Pesaro (Chagall e Klimt) per fare cassa, viste le asfittiche finanze del Comune, poi bloccata dal ministro. Risultato: un incontro franco svoltosi all’hotel Monaco, a colazione, nel quale è stata avviata una nuova collaborazione tra Ministero e Venezia. Circostanza confermata dallo stesso Franceschini: «L’incontro è andato bene. Sappiamo tutt’e due – ha chiosato – che occuparsi di cultura significa che chi se ne occupa a Venezia deve lavorare con lo Stato; chi se ne occupa a Roma deve tenere in considerazione Venezia». Un efficace gioco di parole per ribadire una reciproca attenzione e la volontà di collaborare.
Infine, l’ultima tappa di Franceschini è stata alla Fenice, visitata ieri da oltre 5mila persone, per il Ventennale del rogo del 1996. Qui è stato accolto dal sovrintendente Cristiano Chiarot prima in foyer e poi in platea, dove vi è stato un vero e proprio siparietto sui fondi del bilancio dell’ente, tra Brugnaro che rivendicava di aver stanziato la cifra di 4 milioni per l’ente lirico, e il ministro che replicava: «Noi ne abbiamo dato 15…».
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