Riportiamo un'intervista a Lidia Fersuoch, presidente della sezione al tempo del restuaro del Fondaco…
(Immagine di Italia Nostra: ultimo sabato di Carnevale, ore 10, i primi gruppi arrivano con i lancioni sulla Riva della Ca’ di Dio). Che Venezia debba essere costantemente invasa dal turismo di massa e che nel processo perda la sua natura di città vissuta non è certo una prospettiva che preoccupa il sindaco Brugnaro. Anzi, a giudicare dalle sue parole il turismo va incoraggiato: “Ricordiamoci che dietro i numeri ci sono attività economiche e persone” avrebbe dichiarato secondo quanto ricorda la Nuova Venezia. Che ci siano anche residenti in fuga, vaporetti stracolmi, strade intasate, monumenti storici coperti da muraglie di bancarelle non gli sembra una cosa degna di menzione. Limitare i flussi non si potrebbe, secondo l’antica scusa da lui di nuovo riesumata, perché “con le leggi in vigore è impossibile”. Si scarica la responsabilità su altri, e intanto si aumentano i plateatici, si attrezza l’Arsenale perché diventi una discoteca. Ricordiamo al sindaco che di proposte per governare i flussi turistici ne esistono già parecchie (egregiamente riassunte anche pochi giorni or sono dal professor Carrera ai Calegheri), compresa quella della nostra sezione. Abbiamo già scritto due volte all’assessore al turismo Paola Mar chiedendo un incontro ma l’assessore non si è neppure disturbata a rispondere con un cortese diniego. Intanto sulla stampa di tutto il mondo Venezia è portata a esempio dell’orribile destino che attende le “città d’arte” se non si corre ai ripari contro le invasioni di massa. Nel suo libro sull’industria turistica mondiale “Overbooked”, la giornalista Elizabeth Becker così introduce il capitolo su Venezia, subito dopo quello dedicato alla Francia: “La Francia, esempio per tutti di buona gestione del turismo, con il forte aiuto governativo a sostegno e protezione delle comunità locali, si trova costretta a lavorare senza sosta per evitare i trabocchetti del turismo di massa. A Venezia, il turismo ha già profondamente intaccato la vita locale”. Ma il sindaco Brugnaro non deve avere il tempo per leggere i libri degli esperti. Gli basta trovare il tempo per ascoltare le richieste delle “attività economiche e persone” che sullo sfruttamento del turismo veneziano costruiscono la loro fortuna.
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Prima del sindaco Brugnaro contrario al numero chiuso a Venezia , lo ha detto per 35 anni il governo cittadino veneziano di sinistra compreso l’incremento dei barboni migratori . REMEMBER?
Il sindaco attuale, come d’altronde i suoi predecessori, si contraddice quando dichiara di non poter, secondo le leggi attuali, porre un numero chiuso. Si contraddice in quanto poi dichiara che si può farlo per “motivi di sicurezza”.
Se non è sicurezza quindi di cosa si tratta quando vediamo turisti assiepati e bloccati pur in zone con ampi spazi (tipo appunto piazza San Marco). Dio non voglia che un attacco di panico (scoppio di un petardo o altro) crei confusione. A questo punto un altro “stadio Heysel” si riproporrebbe con tutte le mortali conseguenze.
Cosa si aspetta??????