Autore del video Manuela Pellarin - Vicepresidente della sezione di Venezia.
(Immagine: una delle navi porta-container dell’ultima generazione). Il vero futuro non solo di Venezia ma di tutti i 500 chilometri quadrati della Laguna (incluse le comunità che vi si trovano) sta per essere impostato e disegnato sulla base di indicazioni, o meglio specificazioni, imposte sostanzialmente dall’Autorità portuale di Venezia attraverso il suo presidente Paolo Costa. La laguna di Venezia sarà come Costa l’ha voluta e la propone da tempo, al servizio dell’attività portuale di Marghera, attività che condizionerà tutto il retroterra come centro per il transito di merci marittime. Una così epocale trasformazione meritava forse di essere studiata con maggiore partecipazione di tutti gli abitanti e dei loro rappresentanti e di essere pubblicamente discussa molto più a lungo. Sono passati cento anni dalla nascita di Porto Marghera (1917) e le condizioni sono profondamente diverse. “Dagli inizi del secolo il mondo è cambiato,” ha detto Costa a Gianni Favarato della Nuova Venezia, e ora dobbiamo “sviluppare un porto internazionale adeguato per scala di attività ed efficienza a competere sui mercati europei e mondiali con nuove rotte delle merci tra la Cina e tutta l’Asia con il continente europeo” (trovate su questo sito numerosi post in cui l’ambizioso progetto viene esaminato). Ora il Porto ha appaltato a cinque società specializzate (non si sa per quale cifra) il compito di redigere un dettagliato piano regolatore portuale per tutta la Laguna. L’area ex industriale di Marghera diventerà zona di transito per container, mentre gli ormeggi per navi da merci e da passeggeri (incluse quelle da crociera) saranno ridisegnati secondo le indicazioni di Costa. Sembra molto evidente che il futuro economico e sociale di Marghera, ma anche di Venezia, Mestre, Chioggia, Tessera, verrà determinato da questo piano. Vi saranno forse (ma la cosa è tutt’altro che certa) i modi di esaminarlo in dettaglio via via che verrà presentato. Ne riportiamo per ora i dati essenziali riproducendo due articoli di Gianni Favarato comparsi sulla Nuova Venezia di oggi 10 febbraio.