La presidente nazionale di Italia Nostra, Antonella Caroli, il Consiglio Direttivo Nazionale, il presidente del…
(Immagine il sindaco Brugnaro mostra l’antica via della seta, che le nuove navi porta-container dovrebbero soppiantare). Ecco sui giornali di oggi un’altro degli annunci fantasiosi per i quali il sindaco Bugnaro sembra distinguersi. Con il nuovo piano regolatore del Porto la zona di Marghera potrebbe secondo lui trasformarsi in “una metropoli per affari e residenza come Manhattan” (citiamo dalla Nuova Venezia). Per orientarsi nella faccenda occorre leggere almeno due articoli, che riportiamo qui sotto. Il primo descrive il progetto di Paolo Costa di trasformare il porto di Veneza in hub portuale planetario attraverso la costruzione del porto offshore (costo due miliardi) e l’uso dell’entroterra di Marghera come parcheggio per i milioni di container previsti. Il progetto considera la presenza della laguna come un ostacolo allo sviluppo, ostacolo da superare con l’uso di grosse chiatte (i “mama vessel”) che dovrebbero trasportare tre milioni di container l’anno.
Quanto a Marghera, il secondo articolo che riportiamo riferisce lo stato disastroso dell’inquinamento sull’intera zona, chiamata addirittura una nuova “terra dei fuochi”. Da una parte non si vede come potrebbe rinascere la zona con l’ingombrante presenza delle strutture portuali e d’interscambio; dall’altra si ricordanno dall’alto mare alla gronda lagunare di Marghera, che diventerebbe la sede delle ferrovie e autostrade che dovrebbero a loro volta smistare i container verso il nord e l’est dell’Europa (contro questo progetto sta battendosi la città di Trieste, che possiede i fondali e le strutture portuali necessari).
l’urgente bisogno di lavori di bonifica prima di poter parlare d’insediamenti sia produttivi sia residenziali. Aggiungiamo che piuttosto che annunciare confuse rivoluzioni sarebbe forse opportuno presentare un progetto di rinascita fondato sulla stupenda natura del territorio e su un’analisi dell’economia locale e nazionale da incoraggiare attraverso la creazione di incentivi da parte del governo nazionale. La zona di Marghera ha il potenziale per diventare una forza trainante per le economie italiane del futuro, ma a condizione che si sia capaci di ragionare, pianificare e comprendere di quale futuro si sta parlando.
Gianni Favarato sula Nuova Venezia:
Michele Fullin sul Gazzettino: