La presidente nazionale di Italia Nostra, Antonella Caroli, il Consiglio Direttivo Nazionale, il presidente del…
E’ tanto gigantesca da essere quasi incredibile la quantità di corruzione, affarismo spudorato, guadagni illeciti che sta emergendo dalle indagini di una Commissione parlamentare d’inchiesta a proposito dei lavori compiuti a Venezia sia per il Mose sia per le bonifiche di Marghera. Tanto gigantesca che ci si può legittimamente chiedere se vi sia almeno in teoria la possibilità se non di rimediare almeno di mettere fine a comportamenti tanto ignobili oltre che illeciti.
La Commissione ha appurato che lo Stato non esercitava alcun controllo. I lavori eano affidati al Consorzio Venezia Nuova che li subappaltava a chi voleva e alle condizioni che voleva. In burocratese la relazione della Commissione scrive che “Il Provveditorato alle opere pubbliche non ha mai esercitato né esercita tuttora alcun effettivo controllo sul sistema di assegnazione da parte del Consorzio Venezia Nuova dei subappalti relativi al Mose e alle bonifiche” (citiamo il virgolettato da un articolo della uova Venezia, che riportiamo qui sotto). In italiano semplice ciò significa che tangenti, commesse in nero e guadagni illeciti potevano moltiplicarsi senza problemi.
Dall’articolo di Alberto Vitucci che riassume i risultati del lavoro della commissione riportiamo il fatto che solo per disinquinare Marghera sono stati spesi 781 milioni senza reali gare d’appalto (“sollecitate dall’Unione Europea e mai attuate”). Adesso si dichiara che manca solo il 6 per cento delle opere, ma quel 6 per cento si quantifica in 250 milioni. Si legge poi di continui e costosissimi collaudi, affidati (guarda caso) ad “alti dirigenti del Ministero dell’Ambiente, della commissione Via, della Regione e del Magistrato alle acque”.
Lasciamo al lettore il desolante compito di informarsi sui dettagli della cosa grazie alle ottime spiegazioni di Vitucci. Per tutti rimane un senso di disperazione di fronte a dei mali che purtroppo sono così gravi da sembrare irrimediabili, mentre sempre più fievoli si fanno le speranze di un vero rinnovamento nella mentalità e nelle attività degli organismi nazionali e locali di controllo.