Durante l'incontro verranno discusse le conseguenze del “Cambiamento Climatico” sulla meteorologia e di come stanno…
(Immagine dalla Nuova Venezia: il depuratore di Fusina ai bordi della laguna). Approfittiamo della pubblicazione di un articolo di Gianni Favarato sulla Nuova Venezia per offrire qualche informazione sull’importantissimo impianto di depurazione di acque funzionante da qualche anno a Fusina. Un conciso riquadro nell’articolo ricorda che l’impianto permette di “depurare tutti gli scarichi civili e le acque di pioggia” di Mestre, Marghera e Mira, ma anche gli scarichi industriali di Porto Marghera. Le acque depurate vengono in parte usate per raffreddare alcuni impianti industriali e in parte scaricate in mare a 10 chilometri al largo del Lido.
Dunque un impianto fondamentale e anzi indispensabile per il nostro ambiente. Ma esso è dato in concessione a una società “compartecipata”, la Sifa (Sistema integrato Fusina ambiente), che è propriamente una SPcA ossia una “società consortile” (difficile trovare anche nell’Internet una sintetica definizione di tale istituto). I soci consorziati sono i seguenti (dal sito web della Sifa):
– Impresa di Costruzioni ing. E. Mantovani S.p.A. con una quota pari al 47,00% del capitale sociale;
– Veritas S.p.A. con una quota pari al 30,00% del capitale sociale;
– Veneto Acque S.p.A. con una quota pari al 8,67% del capitale sociale;
– Remfusina S.c.a.r.l. con una quota pari al 4,00% del capitale sociale;
– BNP Paribas S.p.A. con una quota pari al 3,33% del capitale sociale;
– Ecofusina S.c.a.r.l. con una quota pari al 2,00% del capitale sociale;
– Veneto TLC S.r.l. con una quota pari al 2,00% del capitale sociale;
– Porto Marghera Servizi Ingegneria S.c.a.r.l. con una quota pari al 1,00% del capitale sociale;
– A.l.l.e.s. S.p.A. con una quota pari al 1,00% del capitale sociale;
– Depuracque Servizi S.r.l. con una quota pari al 1,00% del capitale sociale.
Dunque una maggioranza di privati, con il 47% della sola Mantovani Spa (che ricordiamo pesantemente coinvolta nei problemi legali del Mose).
Adesso la Sifa si trova in deficit per 325 milioni di euro e batte cassa presso la Regione perché ripiani i conti (nel linguaggio impareggiabile delle amministrazioni si dice: “per addivenire a una possibile soluzione delle criticità che caratterizzano l’attuale assetto della concessione”, secondo una delibera della Regione citata da Favarato).
Dunque ancora una compartecipata che funziona poco o male. E ancora problemi con l’ambiente di Marghera, i terreni inquinati, le acque di percolamento e la “muraglia” di palancole mai portata a termine. E in conclusione, a quanto pare, una possibile ricaduta sulle nostre bollette: “I cittadini,” si legge nel testo di Favarato, “potrebbero ritrovarsi a pagare una bolletta dei servizi idrici maggiorata per abbattere i debiti della Sifa.”
Questo articolo ha un commento
I commenti sono chiusi.
e non dimentichiamo che nel 2009, affogati da 9 milioni di debiti e fermati solo da una sollevazione popolare, avevano ideato di utilizzare l’SG31 per incenerire rifiuti tossico nocivi provenienti da tutta Italia assieme a S.T.E. – Servizi Tecnologici per l’Ecologia e con la benedizione della Regione Veneto……