Riportiamo un'intervista a Lidia Fersuoch, presidente della sezione al tempo del restuaro del Fondaco…
(Immagine: la facciata della Ca’ di Dio sul Bacino di San Marco con i nove alti camini sul rio di San Martino). L’inesorabile trasformazione di Venezia in senso turistico continua con un evento particolarmente doloroso. La gloriosa e ben nota Ca’ di Dio, in Bacino di San Marco sulla riva che da lei prende il nome (Riva della Ca’ di Dio) cesserà di essere una casa di riposo per anziani autosufficienti per diventare un albergo di lusso. La trasformazione è stata sanzionata con una variante al piano regolatore generale approvata ieri 28 luglio in commissione consiliare a Ca’ Farsetti. La notizia dell’imminente dismissione era già nota. Il bell’edificio appartiene al benemerito Ire veneziano (Istituzioni di ricovero e di educazione), e da qualche anno si sapeva che il numero di ospiti autosufficienti si stava drasticamente riducendo mentre aumentava quello dei non autosufficienti, che richiedono cure diverse e più specializzate. Un’unica nota positiva, che fortunatamente è di rilevanza non secondaria: l’Ire è decisa a non vendere l’immobile ma a darlo solo in affitto, per 850 mila euro l’anno, alla società che gestirà l’albergo. Gli introiti saranno usati per sostenere i bisogni delle altre case di riposo che l’Ire gestisce a Venezia. In questo modo almeno i residenti beneficeranno, per quanto in modo indiretto, dalla perdita di quella preziosissima parte del patrimonio cittadino.
Ricordiamo che l’edificio fu originariamente costruito nel secolo tredicesimo (proprio come ospizio per i pellegrini…) e fu poi variamente ricostruito dal 1545 (sotto l’immancabile direzione del Sansovino) fino alla versione definitiva che risale agli anni 1770.