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(Immagine: appartamenti in affitto a Venezia pubblicizzati sul web). Se Venezia perde abitanti a un ritmo costante e inarrestabile, è anche perché ci si è accorti che comprarvi una casa e affidarla a un’agenzia perché l’affitti a turisti di passaggio è un investimento forse costoso ma senza rischio e con altissima resa. Così oggi via via che un appartamento si libera viene subito acquistato, specialmente da stranieri, e trasformato in “struttura ricettiva extra-alberghiera”. Una ricerca della società Engel & Völkers, resa pubblica oggi dalla Nuova Venezia, scopre che degli appartamenti venduti negli ultimi anni ben il 70 per cento sono stati acquistati da stranieri. Di questi, solo un quarto sono destinati a uso privato; gli altri servono come invistimenti, “garantendo un’ottima rendita economica derivante spesso  da un affitto turistico che si attesta attorno all’8 – 10 per cento lordo”. Inutile quindi lamentare la perdita di residenti (e con essi di ogni forma di vita e cultura locali) finché non si mette fine a quel fenomeno.
Per arrestare e anzi invertire lo stillicidio non vi è forse altra via che rendere meno vantaggioso affittare a turisti anziché a residenti, facendo leva su concreti interessi di denaro anziché sulla buona volontà dei proprietari. Occorre fare come molti altri centri minacciati dallo stesso fenomeno (San Francisco, molte città della Florida e sempre più città d’arte nel mondo), che hanno posto un limite al numero di giorni per anno in cui si può affittare una casa per uso turistico. In genere si tratta di un limite di novanta giorni l’anno. In tal modo il ricavato diventa eguale o inferiore a quanto si avrebbe affittando a residenti permanenti tutto l’anno, senza tutte le seccature connesse (consegna delle chiavi, pulizia di panni e di locali, usura costante, o spese per le agenzie che di tali necessità si occupano). Occorre una legge nazionale perché ciò diventi giuridicamente fattibile? Bene, i nostri parlamentari la propongano e la facciano passare se hanno una visione intelligente del futuro del Paese. La nostra sezione ha già presentato proposte in tal senso alle autorità locali e nazionali, ma finora senza esito. Adesso bisogna affrettarsi prima che sia troppo tardi. ö

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Questo articolo ha 3 commenti

  1. Invece di limitare in toto le affittanze turistiche solo a determinati periodi dell’anno, perché non distinguere chi compra un appartamento come investimento in struttura ricettiva extra alberghiera e si mette a norma con i regolamenti edilizi ed igienico-sanitari comunali (es: fosse settiche, altezze minime soffitti, metratura minima delle camere e rispetto del rapporto di proporzionalità tra i vani interni), così da garantire un’offerta ricettiva di qualità (e magari lo fa perché con quel reddito può continuare a vivere e sopravvivere nella sua città!), da coloro che invece affittano ai turisti appartamenti non adatti e irrispettosi delle condizioni edilizie ed igienico sanitarie previste dai regolamenti comunali (leggasi airbnb.it e tanti altri…), cioè coloro che praticano le locazioni private?
    I primi (leggasi, “appartamenti ammobiliati ad uso turistico”, allegato D legge regionale n. 11/2013, poche centinaia di appartamenti in tutta Venezia…) danno un servizio ricettivo di qualità, in linea con gli standard delle strutture alberghiere, pagano le tasse dovute e sono sottoposti a controlli continui, i secondi (circa 4.000 appartamenti che crescono incontrollatamente di decine al mese …) non sono sottoposti a nessuna regola edilizia ed igienico sanitaria e in molti casi non pagano neppure tassa di soggiorno e imposte sulle locazioni … veri e propri abusivi!
    Basterebbe soltanto un provvedimento dell’amministrazione comunale, a cui la legge regionale si rifà per la disciplina delle locazioni turistiche all’interno del proprio territorio comunale, ammettendo soltanto le prime!

    Grazie

    1. Non e’ proprio come dici, io per esempio ho acquistato un piano nobile di un palazzo antico; ho aspettato 3 anni per i frazionamenti, ho fatto tutto a norma; con fosse settiche, agibilita’ ecc per fare locazione turistica; quelle che dici tu sono unita’ ammobiliate classificate; che il comune NON TI LASCIA fare perche’ ci vuole la destinazione turistico ricettiva. Hai capito bene, tu puoi avere tutto a norma, fosse agibilita’ forometrie ecc, ma il comune non ti da’ la possibilita’ di cambiare la destinazione d’uso; poi magari ti trovi gli ostelli aperti 30 anni fa che portano gente di merda a 20 euro a testa dentro, ma li tutto ok… Il discorso e’ che questi di questo gruppo “Italia Nostra” sono gente che fa’ di tutta l’erba un fascio; gente che vede solo o bianco o nero senza le sfaccettature; lo spopolamento del centro storico e’ iniziato nel lontano 1954, dal 1954 al 2000, si sono persi 110.000 abitanti e il tutto con un ritmo di 2.200 abitanti ogni anno! in epoche in cui non si sapeva nemmeno cosa fossero gli appartamenti turistici o i B&B, perche’ esistevano solo gli alberghi; gia’ questo basterebbe per smentirli, ma ovviamente tutto questo non lo dicono. Buttano fango su gente che ha investito i proprio denari onestamente restaurando per fare locazioni turistiche; io mi auguro che la politica futura non dia alcun peso a queste persone, perche’ quella si sarebbe la morte certa per la citta’ di venezia.

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