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(Immagine dalla Nuova Venezia: un angolo della  zona industriale abbandonata). Riportiamo qui per amor di completezza altri due articoli dell’eccellente serie su Marghera pubblicata in questi giorni dalla Nuova Venezia. Sul passato e futuro dell’area, ben descritti entrambi negli articoli precedenti, vi era poco da aggiungere. Ma sono particolarmente interessanti due considerazioni:
-nel primo articolo, di Carlo Mion, alcune ammissioni di errori da parte dei sindacati, per aver voluto a tutti i costi “difendere i posti di lavoro che si perdevano”, senza saper proporre una “programmazione alternativa”: errore ben comprensibile da parte di lavoratori che vedono in pericolo tutta la loro vita, ma molto meno comprensibili da parte dell’imprenditoria e soprattutto della politica, che non è mai stata capace di capire, prevedere e pianificare come ha fatto in Inghilterra, in Germania e in altri paesi del mondo industrializzato;
– nel secondo articolo, di Gianni Favarato, che denuncia la “immane tragedia ambientale e e sanitaria ancora da risanare”, che ha ingoiato “migliaia di miliardi delle vecchie lire, finiti nelle tasche dei ‘boss’ delle Partecipazioni Statali italiane e delle multinazionale chimiche.
Incomprensibile, e imperdonabile, rimane il fatto che di fronte a tanta evidenza dei mali passati non si riesca oggi a pensare in modo intelligente ma si continui a voler prolungare per Marghera un destino di terra condannata all’inquinamento e al degrado.

Marghera 2 titolo

 

Marghera 2 cont.

Marghera 2 Favarato

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