La presidente nazionale di Italia Nostra, Antonella Caroli, il Consiglio Direttivo Nazionale, il presidente del…
(Immagine dalla Nuova Venezia: navi da crociera ormeggiate in Marittima). In un articolo sulla Nuova Venezia di oggi 8 ottobre Alberto Vitucci illustra con esemplare chiarezza lo stato delle cose a proposito del futuro delle navi da crociera a Venezia. Un grafico molto eloquente, che riproduciamo qui sopra, mostra bene le opzioni ancora in gioco.
Le proteste, le dimostrazioni, le prove addotte sembrano scomparire di fronte alla forza della politica. Ora la bilancia pende per Marghera, in modo che sembra definitivo (come trent’anni fa pendeva per il Mose, che poi si è fatto o tentato di fare con le conseguenze ben note). Volenti o nolenti, i veneziani avranno le navi da crociera. Avranno più di due milioni di turisti in aggiunta ai trenta milioni che già li rallegrano. Avranno fumi più o meno dannosi, altri negozi di paccottiglia, altri gruppi di taxi con serenate in Canal Grande. Così vuole la miope economia delle agenzie di turismo. Faranno sempre in tempo i nostri posteri a ricostruire con stupore i progressivi passi verso il suicidio della città.
Riportiamo qui sotto l’articolo che ben ricostruisce l’avanzare dell’ipotesi Marghera, mitigata dalla concessione per l’attuale Marittima di “centro congressi, abitazioni e darsena per yacht di lusso e piccole navi” e dalla promessa che “non si scaveranno più di mezzo milione di metri cubi di fanghi, di cui solo 30 mila inquinati”. Resta da vedere che cosa ne dirà la Vtp (Venezia terminal passeggeri) ora in gran parte posseduta dalle compagnie di crociera, che puntava con molta forza sulla soluzione Tresse-Marittima.