La presidente nazionale di Italia Nostra, Antonella Caroli, il Consiglio Direttivo Nazionale, il presidente del…
(Immagine da telegraph.co.uk: una recente manifestazione di protesta per la difficoltà di risiedere a Venezia). Inseriamo qui sotto l’articolo su Venezia comparso nel numero corrente dell’Espresso (a firma di Roberto Di Caro) perché dà una precisa idea di come la Venezia di oggi sia vista dal resto del mondo. L’articolo è infatti sulla stessa lunghezza d’onda di tanti altri che abbiamo riportato dalla stampa internazionale, da Le Monde al Guardian al New York Times a innumerevoli altri. E’ vista come una ex-città sull’orlo del collasso, un centro una volta molto abitato che ormai è più che altro un parco per turisti. Tutto il mondo ci vede così, mentre solo il sindaco e la giunta locali insistono nel sostenere che il turismo va incentivato, che va regolato attraverso carte di accesso, raggruppate magari per zone temporali e topografiche. Alle audizioni sulla gestione del turismo, ancora in corso, non si parla che di modi per “regolare i flussi”, per spalmarli meglio nelle zone ancora poco visitate. E chi, come noi di Italia Nostra, ha presentato proposte concrete fondate su un’analisi dei flussi esistenti e dei danni che creano alla vita cittadina, si è sentito rispondere da persone come Maurizio Crovato (capogruppo della Lista Brugnaro in consiglio comunale) che Italia Nostra dava “i numeri a caso” e che si presentava “senza un progetto generale”, mentre eravamo stati forse gli unici a citare studi scientifici sul numero dei visitatori e a inserire le nostre proposte in una visione d’insieme del potenziale economico del territorio. Ma quale sia la percezione di questa realtà veneziana da parte di chi la guarda senza interessi monetari o elettorali risulta in modo fin troppo chiaro dall’articolo che riportiamo qui sotto, mentre invitiamo i nostri lettori a visitare la pagina di questo sito in cui sono descritte attraverso una quarantina di sintetiche slides le nostre proposte per salvare Venezia dal deprimente destino che intelligenti ma cinici sfruttatori vorrebbero riservare per lei.