Riportiamo un'intervista a Lidia Fersuoch, presidente della sezione al tempo del restuaro del Fondaco…
(Immagine dalla Nuova Venezia). Ha sorpreso molte persone quella somma di dieci milioni di euro assegnata nel “Patto per Venezia” per la gestione del turismo (precisamente: per “sistemi sperimentali di gestione del turismo a Venezia”). Qualcuno potrebbe forse immaginare che sindaco e giunta intendessero seriamente arrivare a una gestione del turismo di massa nel senso di un contenimento o addirittura di una vera riduzione dei flussi. Ma tutte le dichiarazioni e le azioni di questa amministrazione vanno nel senso opposto: il risultato a cui si mira è un migliore sfruttamento del fenomeno, nel senso di distribuire i turisti nelle zone della città in cui sono ancora poco presenti e nel senso di estrarre dai milioni di visitatori quanto più contante possibile introducendo una tassa d’ingresso proporzionale alla domanda (quanto più la città è intasata, tanto più si dovrà pagare per accedere). I dieci milioni serviranno per mettere a punto i sistemi “tecnologici” per contare i turisti presenti (vecchio chiodo dell’assessore Mar, che continua a negare che ve ne siano 28-30 milioni) e per mettere a punto un sistema di pagamenti proporzionale alle presenze in ogni dato giorno. Ma non per arrivare all’unico risultato che darebbe un sollievo ai residenti, cioè una riduzione reale del numero degli escursionisti e degli appartamenti in affitto. Non vi è nessun accenno a tale riduzione, che anzi si può fondatamente considerare come la più osteggiata e temuta dall’attuale sindaco e dalla sua giunta.