Riportiamo un'intervista a Lidia Fersuoch, presidente della sezione al tempo del restuaro del Fondaco…
La denuncia presentata cinque anni or sono dalla sezione veneziana di Italia Nostra alla direzione generale dell’Unesco continua a dare i suoi frutti. In seguito a quella denuncia e ai passi che ne sono derivati (ispezione a Venezia della Commissione Unesco, lavoro congiunto di denuncia da parte delle associazioni di cittadini) è giunto a Comune e Governo l’ultimatum dell’Unesco, che fissava entro il primo febbraio 2017 il termine ultimo per la presentazione di un piano che portasse alla salvaguardia delle caratteristiche che fanno di Venezia e Laguna un sito “Patrimonio dell’Umanità”. La Commissione aveva sostanzialmente accettato le denunce e preoccupazioni da noi esposte (trovate il dossier su questo sito). Adesso, in prossimità della scadenza, il sindaco Brugnaro è dovuto correre a Roma per preparare, assieme al Ministero per i Beni culturali, la dimostrazione che le cose sono cambiate e che sono stati presi i provvedimenti richiesti.
Ma in realtà, come sa ogni veneziano, nulla è cambiato e nessun provvedimento è stato preso. Perciò a Roma sono stati scomodati i direttori generali di quattro ministeri (Beni culturali, Turismo, Infrastrutture, Ambiente) per mettere insieme un testo da presentare all’Unesco. C’erano anche il sindaco Brugnaro e “una nutrita delegazione di dirigenti comunali” di Venezia (citiamo dalla Nuova Venezia). La relazione che ne è uscita, almeno stando a quanto riporta la stampa, non contiene altro che parole generiche e vaghe promesse d’impegni. Né poteva essere altrimenti dato che ogni misura presa dall’amministrazione Brugnaro si è mossa nella direzione esattamente contraria a quanto richiesto dall’Unesco: sostegno a un nuovo canale lagunare per le grandi navi, vendita di immobili per uso alberghiero, nessuna limitazione al turismo di massa, nessuna misura contro il moto ondoso, nessun passo per limitare la proliferazione di appartamenti in affitto, nessun passo concreto contro bancarelle e negozi di paccottiglia turistica, nulla per favorire la residenza. La trasformazione di Venezia in parco per il turismo di massa è continuata e si è anzi accelerata. Particolarmente gravi le dichiarazioni riguardanti il turismo, che era stato uno dei principali
oggetti delle preoccupazioni della commissione Unesco. A Parigi Brugnaro cercherà di far passare per provvedimenti salvatori delle semplici operazioni di puro valore simbolico: le audizioni delle commissioni consiliari (“spiegheremo l’iter avviato, la consultazione di associazioni e cittadini” secondo quanto virgoletta la Nuova Venezia), come se un “iter avviato” potesse significare qualcosa di preciso (e senza riportare i sarcastici commenti dei consiglieri di maggioranza di fronte alle proposte di alcuni cittadini di limitare veramente i flussi turistici).
Insomma il sindaco, i dirigenti comunali e i direttori dei ministeri hanno dovuto se non altro scomodarsi a Roma e mettere a punto un discorso che fosse almeno in apparenza plausibile. Vedremo quale sarà la reazione della dirigenza Unesco e saremo ben pronti a presentare ad essa e al pubblico generale i nostri commenti a quel “piano di gestione del sito Unesco” appena esso sarà sottoposto all’attenzione di Venezia e del mondo.