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(Immagine: grandi navi da crociera ormeggiate in Marittima). Con una conferenza stampa le due associazioni AmbienteVenezia e Comitato No Grandi Navi hanno annunciato ieri 27 gennaio di aver inviato una lettera ai vertici dell’Unesco, lettera nella quale ribadiscono la loro contrarietà a ogni ingresso di grandi navi in Laguna. Le due associazioni sostengono invece il progetto Venice Cruise 2.0 (terminal da costruirsi fuori dalle paratoie del Mose alla bocca di porto del Lido), che è anche il solo ad avere finora ottenuto una Valutazione d’Impatto Ambientale positiva, pur con qualche “prescrizione”. Alla stessa conferenza stampa era presente il senatore Felice Casson (Pd), che ha presentato una sua intepellanza parlamentare, che riproduciamo qui sotto integralmente, nella quale ricapitola la situazione in Parlamento per quanto riguarda la questione delle navi da crociera e sollecita il governo a prendere una decisione, mentre chiede anche che venga reso pubblico “quali incontri si siano svolti al ministero con le compagnie di crociera”.
A nostro avviso, com’è noto, anche il progetto di costruire un terminal alla bocca di porto avrebbe conseguenze pesanti sull’ambiente lagunare, a causa della necessità di trasportare persone e merci attraverso la laguna da Tessera e dalla Marittima, a causa dell’inquinamento atmosferico e marino, dell’interferenza con il turismo balneare di Punta Sabbioni (i cui abitanti sono fieramente avversi al progetto), poi per l’ulteriore, non necessario carico turistico in una città insulare che già riceve trenta milioni di turisti l’anno, e infine a causa dei pericoli mai abbastanza valutati di incidenti che potrebbero essere gravissimi per la città. Riteniamo che tali importanti obiezioni non possano ritenersi superate dalla supposta creazione, o dal mantenimento, di posti di lavoro legati alla presenza delle navi. Tali posti di lavori infatti potrebbero essere mantenuti con un uso appropriato della Marittima come porto per le navi di dimensioni inferiori a 40.000 tonnellate e sarebbero molto aumentati procedendo con la necessaria conversione dell’area ex industriale di Marghera, conversione alla quale si potrebbe già da ora procedere con investimenti molto inferiori a quelli necessari per la costruzione del terminal al Cavallino o a Marghera.
Cliccare qui per il testo dell’intepellanza in Senato.