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La cultura di una città si vede anche dallo stato delle sue strade. La cultura è data da un’atmosfera cittadina che rifletta un senso della bellezza, una consapevolezza della storia di edifici, strade e luoghi pubblici. In questo senso si può dire che Venezia ha completamente fallito. Sotto la spinta del piccolo profitto, ha lasciato che calli e campielli fossero invasi da bruttezze di ogni tipo e dominati dalla confusione di visitatori troppi numerosi e troppo indifferenti. Non si è neppure riusciti (perché non si è cercato di farlo) a limitare l’invasione di negozi d’infima qualità, di tavolini e ombrelloni dappertutto, di finti ambulanti che vendono finti oggetti ricordo. Il Comune, principale responsabile dell’oltraggio, presenta una difesa che è finta a sua volta: non si potrebbe, sostiene, far nulla contro la legge Bersani che liberalizza gli esercizi commerciali o contro la legge regionale che autorizza gli affitti turistici. Ma intanto appena la Soprintendenza chiede un minimo di decenza, subito il consiglio comunale brugnariano insorge e prende le difese di chi sta invadendo tutta Venezia con bancarelle e tavolini. La verità è che abbiamo ereditato una città che forse non meritiamo.  Eccovi l’articolo di A. Vitucci sulla Nuova Venezia di oggi 12 febbraio.

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