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Dopo un lungo incontro con il sindaco Brugnaro, il ministro Delrio sembra aver deciso: le grandi navi da crociera non solo resteranno a Venezia, ma continueranno ad arrivare in Marittima, passando per la bocca di porto di Malamocco, il canale dei Petroli fino ai Pili e poi e il canale Vittorio Emanuele (parallelo al ponte della Libertà). Quest’ultimo andrà scavato (allargato e approfondito) ma ciò non preoccupa Delrio: “La laguna non è affatto intoccabile” avrebbe detto. Verrà così realizzata l’idea del sindaco Brugnaro, con la differenza che non sarà scavato il canale detto Tresse Nuovo, ritenendo di poter far passare le navi “fino a un certo tonnellaggio” attraverso un adattamento dei canali esistenti. I comunicati per ora non fanno cenno delle molte difficoltà legate a questa soluzione, come la fine della laguna centrale che aumenterebbe la profondità fino a diventare una baia marina, o il passaggio di merci e passeggeri per lo stesso canale e così via.
Ma la soluzione sembra piacere anche al nuovo presidente dell’Autorità Portuale Pino Musolino, che, come riportiamo in uno dei due articoli qui sotto, avrebbe sostenuto l’ipotesi di Delrio anche se l’unica ipotesi finora approvata dalla Commissione per la Via è quella dell’avamporto al Cavallino. La Valutazione favorevole, avrebbe detto, non esclude che altre soluzioni siano possibili e altrettanto valide.

Questo articolo ha 2 commenti

  1. Delrio ha detto che “non servirà scavare nuovi canali” ma si tratta di un eufemismo se non di un sofisma. Per evoluire a Marghera e imboccare il Vitt. Eman. le navi hanno bisogno di spazi navigabili immensi, e poi il canale, oggi profondo sei metri e mezzo, dovrà essere portato a 10 – 12, e allargato di molto. Purtroppo a Venezia è capitata la sfortuna di trovarsi al centro di una laguna. Il Creatore non aveva pensato al turismo del futuro… ma adesso ci pensiamo noi.

  2. Secondo la docente IUAV Andreina Zitelli citata sul Gazzettino di oggi sabato 11 marzo quel tracciato (25 km) richiede “uno scavo di adeguamento di 7 – 8 milioni di metri cubi di fanghi tossici”.

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