Martedì 11 giugno alle ore 17:00 presso la sede di Ca' Bollani si è tenuto …
Nell’immagine della Nuova Venezia si vedono seduti al tavolo, ai lati del sindaco, i componenti dello stato maggiore che ha partorito e/o presentato il documento per l’Unesco: Francesca Riccio dell’Ufficio Patrimonio Mondiale dell’Unesco, Luca Battistella (consigliere comunale delegato all’Innovazione), Ermelinda Damiano (presidente del Consiglio comunale), Massimiliano De Martin (assessore all’Urbanistica e all’Ambiente) e Giorgia Pea (presidente della commissione Cultura del Consiglio comunale). Come avevamo largamente previsto, la risposta del Comune di Venezia alle richieste dell’Unesco è stata generica, imprecisa e assolutamente insufficiente. Le richieste riguardavano punti precisi ed erano espresse in linguaggio concreto: impedire l’ingresso in laguna alle grandi navi, presentare provvedimenti per “una strategia di turismo sostenibile”, implementare i limiti di velocità in laguna e regolamentare il numero e il tipo delle imbarcazioni ammesse. Adesso quel tavolo folto di dirigenti ed esperti, con Brugnaro al centro, presenta alla stampa il dossier con il quale aveva tentato di rispondere a fine gennaio e che aveva finora tenuto segreto. Sulle grandi navi aveva portato il progetto di scavare il canale Tresse Nuovo, progetto che già in linea di principio era contrario a quelle richieste; adesso, dopo due mesi, pensa di poterlo sostituire con un altro scavo, quello del canale Vittorio Emanuele, cosa non ancora decisa e comunque contraria alla richiesta specifica di estromettere le grandi navi “dalla laguna”, non solamente “dal bacino di San Marco”. Ancora più fumose le proposte sul turismo: adesso si parla di “alcune delibere di giunta” che “inizieranno ad affrontare il problema” (parole che sono un vero sfregio per la commissione Unesco che aveva chiesto provvedimenti concreti), e lo faranno solo introducendo “alcune limitazioni” nei “momenti di punta delle presenze turistiche in città”. Di fronte alla scadenza posta dall’Unesco per il 1 febbraio, adesso si dice che “lo faremo senz’altro entro il 30 aprile”. Ha avuto buon gioco la consigliera del Movimento 5 Stelle nel commentare subito: “Non c’è nessuna misura concreta”: parole che certamente anticipano quelle che pronuncerà la commissione Unesco incaricata di valutare la risposta del governo italiano alle sue richieste d’interventi urgenti. Trovate qui sotto l’articolo della Nuova Venezia che riferisce sulla conferenza stampa del sindaco.
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In realtà la riunione si è svolta in modo assai più contrastato di quanto la conferenza stampa testimoni. Sul piano procedurale è sempre stato chiaro che l’amministrazione comunale aveva presentato all’UNESCO un piano del tutto parziale e soggettivo, scavalcando tutte le componenti istituzionali del “Comitato di pilotaggio” che invece, NEL LORO INSIEME, sono chiamate a tutelare il sito patrimonio dell’umanità. La cosa è stata fatta presente, tra gli altri dai rappresentanti dell’amministrazione comunale di Chioggia, per cui, oltre a un’analisi sulla veridicità dei dati contenuti nel dossier, esso dovrà essere obbligatoriamente integrato da tutti i contributi e le osservazioni dei soggetti membri del Comitato, tenuti sinora ai margini. Non so se ai giornalisti ne è stata consegnata copia. Deve essere chiaro che non c’è ragione che l’atto resti “secretato”. I cittadini DEVONO essere coinvolti nel processo che riguarda la loro città e dunque il loro futuro. Non ci piove.