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Si riparla sempre più insistentemente dell’Idrovia Padova-Venezia, un’opera concepita mezzo secolo fa, mai terminata perché la storia ha preso un’altra strada.
Per completarla ci vorrebbero almeno 461 milioni di euro (ma si sa come vanno le cose in Italia).
I sostenitori affermano che servirebbe sia dal punto di vista trasportistico, sia come scolmatore delle piene del Brenta, sia per mitigare in parte i problemi di erosione di cui soffre la Laguna, attraverso la reintroduzione dei sedimenti del fiume.
Italia Nostra invece sostiene che non ci sono ragioni per il suo completamento, se non quelle di far guadagnare i realizzatori.

Dal punto di vista trasportistico è:
– inutile per l’Interporto padovano, che necessita di collegamenti su ferro;
– obsoleta, perché commisurata a un traffico su chiatte ormai tramontato; essendo la stazza delle nuove chiatte molto aumentata bisognerebbe riprogettare i tratti già realizzati, ampliandoli nella sezione, nonché alzare e rifare i ponti;
– obsoleta perché dopo cinquant’anni si è in parte interrata e andrebbe riscavata;
– costosissima non solo per i lavori da completarsi e da rifarsi, ma anche non conveniente per la rottura di carico, la presenza di conche di navigazione e la lentezza di percorrenza, che si traducono in costi.

Come scolmatore risulta incompatibile con la funzione di via navigabile:
– in quanto arteria necessita di livelli costanti e notevoli di acqua, come scolmatore deve far invece defluire quanta più acqua possibile.

Come opera per il riequilibrio ambientale è:
– inutile per mitigare l’erosione lagunare, anzi dannosa, perché i sedimenti del Brenta finirebbero nella zona delle Giare, preziosa dal punto di vista ambientale. Le barene delle Giare verrebbero imbonite e sparirebbero, diventando terreno fermo (come è già successo nell’Ottocento presso le Valli di Chioggia quando si reimmise il Brenta);
– dannosissima dal punto di vista ambientale, perché tra lo sbocco in Laguna e il Canale dei Petroli sarebbe necessario escavare un canale di collegamento, arginato, di 5 km, proprio in una delle aree a barena, le Giare, ancora preservate;
– dannosissima per l’aumento dell’inquinamento, fungendo da scolmatore delle piene che com’è noto trasportano le acque più inquinate;
– dannosa anche perché potrebbe incidere sul livello dell’acqua in Laguna, verificandosi le piene in periodo autunnale, quando a Venezia si registra il fenomeno dell’acqua alta.
– deleteria anche per la terraferma, essendo il progetto recentemente collegato alla realizzazione di un interporto a Dogaletto, un’area agricola che si vuole assurdamente cementificare, di grande importanza anche dal punto di vista storico (nell’819 presso Dogaletto venne fondato dai primi duchi realtini il monastero di Sant’Ilario).

Come volano economico:
– inutile perché la logistica produce pochi posti di lavoro.

Si possono trovare altre soluzioni molto più economiche e sicure da ogni punto di vista per regolare le piene del Brenta.
L’Idrovia è un’opera non solo inutile ma estremamente dannosa, un’opera che, come il Mose, servirà solo a quelli che la faranno.

Questo articolo ha 3 commenti

  1. Sono pienamente d’accordo, non solo l’Idrovia risulta essere sotto tutti i punti di vista inutile e dannosa, ma vedrebbe un’ulteriore spesa per il suo completamento che viene sommata ai soldi già impiegati e sprecati in passato, un bilancio che non ha bisogno di essere aggravato con sprechi aggiuntivi.

    1. ….. non sarebbe stato male se l’autore del pezzo , come pure quello a nome di Venezia Help avessero aggiunto anche la loro FIRMA.
      Sono ancora in tempo !

  2. ….peccato che Italia Nostra non sia neppure degnata di leggere la progettazione preliminare dell’idrovia Padova -mare, presentata il 31 marzo 2016 a Venezia e neppure lo studio di fattibilità del 2012.
    Italia Nostra avrebbe evitato di scrivere stupidaggini tipo:
    Italia Nostra-Venezia: l’idrovia è obsoleta, perché commisurata a un traffico su chiatte ormai tramontato; essendo la stazza delle nuove chiatte molto aumentata bisognerebbe riprogettare i tratti già realizzati, ampliandoli nella sezione, nonché alzare e rifare i ponti.
    In realtà il progetto preliminare certifica che i manufatti vanno salvati e riutilizzati pienamente; i ponti (13 stradali ed uno ferroviario) sono pienamente compatibili con la navigazione in classe V^ europea – Cemt. Ogni trasbordo eliminerebbe dai territori 110 container (della terraferma che frega a voi?) Andrebbe recuperata anche la conca di navigazione di Mira; riutilizzata per le imbarcazioni da diporto, al suo fianco ne verrebbe creata una nuova per le imbarcazioni di classe V^. All’alezza di Vigonovo verrebbe creata una chiusa del tutto nuova, eliminando l’attuale “fuori terra”.
    Italia Nostra-Venezia: deleteria anche per la terraferma, essendo il progetto recentemente collegato alla realizzazione di un interporto a Dogaletto, un’area agricola che si vuole assurdamente cementificare, di grande importanza anche dal punto di vista storico (nell’819 presso Dogaletto venne fondato dai primi duchi realtini il monastero di Sant’Ilario).
    L’idrovia, funge da garanzia per salvaguardare l’areaa, non da rischio per il territorio. il progetto preliminare prevede 40 ha di fitodepurazione proprio a Dogaletto: recupero ambientale e soprattutto disinquinamento.
    Italia Nostra-Venezia: come scolmatore risulta incompatibile con la funzione di via navigabile.
    Ennesima stupidaggine. Italia Nostra si degni, (se la supponenza non lo vieta) di leggere lo studio fattibilità risalente al 2012 ed il progetto preliminare del 2016 che certificano la piena compatibilità idraulica delle due importanti funzioni
    Non è chiara, ad Italia Nostra la differenza fra un corso d’acqua (il fiume Brenta) ed un canale (l’idrovia Padova-mare). Il primo è, appunto, un corso d’acqua che ha una sua continuità di scorrimento; mentre l’idrovia è regolata da chiuse. L’apporto di acqua e sedimenti è, quindi regolabile e reversibile. In momenti di “magra”, solo a fini di ossigenazione, lo scorrimento sarebbe di circa 3 mc /secondo: un rigagnolo.
    Nei momenti di piena l’idrovia puo’ trasportare 350 mc/secondo. 200 mc apportati dal fiume Bacchiglione, 150 dal fiume brenta. Potrebbe scolmare, abbassando sensibilmente il rischio idraulico del Mirese, anche 25 mc/sec dal Novissimo.
    L’innalzamento medio lagunare, in presenza di piene “estreme” è stato calcolato, nello studio di fattibilità, in 5 cm/medi. Anticipando la chiusura del Mose (che tutti ci auspichiamo funzioni) si riesce, in condizione di bassa marea, a compensare questo innalzamento.
    Le manutenzioni, andrebbero ovviamente attuate anche per i sedimenti, con gli accumuli che si andassero a formare nei momenti di piena. La presenza di natanti (chiatte con pescaggio di soli 2.5 metri) contribuirebbero a queste manutenzioni col pagamento dei pedaggi.
    Italia Nostra-Venezia: Si possono trovare altre soluzioni molto più economiche e sicure da ogni punto di vista per regolare le piene del Brenta” (le piene riguarderebbero anche il Bacchiglione, in realtà).
    Soluzioni che, ovviamente, Italia Nostra non indica. Gli esperti, (quelli veri), indicano, invece, nel completamento dell’idrovia (assieme all’indispensabile apporto dei bacini di contenimento a nord di Vicenza) la soluzione all’indiscusso e pesante deficit di portata dei fiumi Brenta e Bacchiglione a sud di Padova rispetto al nord.
    Italia Nostra-Venezia: L’Idrovia è un’opera non solo inutile ma estremamente dannosa, un’opera che, come il Mose, servirà solo a quelli che la faranno.
    L’idrovia, sostengono gli studiosi (sempre quelli veri) , è un’opera utilissima contro il conclamato rischio idraulico anzitutto, ma anche per il ripascimento (ossigenazione e sedimenti) della laguna e offrirà la possibilità di trasportare le merci abbassando l’inquinamento. Risulta del tutto improprio, ed in mala fede, raffrontarla al “MOSE”.
    Invitiamo “Italia Nostra-Venezia” ad aggiornarsi sullo stato di progettazione dell’opera. I documenti sono pubblici e trasparenti, l’esatto contrario delle dichiarazioni di Italia Nostra-Venezia.
    Il comitato Intecomunale Brenta Sicuro
    Marino Zamboni

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