Dalla rassegna stampa di ieri domenica 17 febbraio vogliamo segnalarvi questo articolo, apparso su La…
Notizia esiziale per la Laguna, quella pubblicata su La Nuova Venezia di sabato e di cui si riporta il testo integrale.
La VIA regionale positiva a un progetto di marginamento (con pietrame!) del Canale dei Petroli, in vista del suo potenziamento, è attribuita in spregio alle leggi speciali per la tutela di Venezia e della sua Laguna.
Canale dei Petroli, la “Via” dà l’ok al marginamento
Intervento della Regione per le barriere sommerse ed emerse, e per le opere di difesa dall’erosione. Ma per i cantieri non ci sono i fondi necessari
Via libera dalla commissione di Valutazione d’impatto ambientale e strategica della Regione – sia pure con prescrizioni – agli interventi di marginamento e protezione dei fondali del canale Malamocco-Marghera (o dei Petroli), destinato in prospettiva a diventare anche la nuova via d’acqua per il passaggio delle grandi navi, se e quando vena realizzato il nuovo terminal crocieristico a Marghera. Un parere indispensabile perché il canale attraversa aree Sic, lungo le casse di colmata A,B e D-E, di Interesse naturalistico e ambientale e, dunque, il progetto definitivo presentato dal Provveditorato alle opere pubbliche.
Gli interventi proposti dal Provveditorato alle opere pubbliche del Triveneto, anche d’intesa con l’Autorità Portuale di Venezia, prevedono la realizzazione di barriere sommerse ed emerse dal lato delle casse di colmata e opere di protezione e di difesa dall’erosione dal lato della laguna, lungo il bordo del canale del Petroli, con scogliere in pietrame variamente strutturate. Prevista inoltre la realizzazione di palificate a braghe (gabbioni cilindrici a rete metallica) riempite di fanghi selezionati perché non inquinanti. Anche dal lato laguna la conterminazione sarà effettuata con una palificata sostenuta da burghe e materassi.
Le prescrizioni della Commissioni Vas e Vinca regionali prevedono per i marginamenti impiego dei sedimenti di tipo B (debolmente inquinati) solo per i depositi e a condizione che nelle aree di conterminazione in cui saranno effettuati gli interventi sia realizzati una copertura con fanghi di tipo A (non inquinati) per uno spessore di oltre mezzo metro. I fanghi da impiegare per i marginamenti, inoltre, dovranno provenire esclusivamente da interventi di manutenzione ordinaria dei canali portuali e lagunari esistenti. Anche gli interventi di naturalizzazione delle protezioni dovranno essere realizzate solo con vegetazione propria di questo habitat lagunare. I lavori dovranno inoltre svolgersi preferibilmente al di fuori del periodo riproduttivo (da marzo a luglio) delle specie animali che abitano queste zone e di realizzare comunque nel corso di essi un monitoraggio relativo a tutti gli habitat e alle specie di interesse comunitario presenti in quest’area naturalistica, per evitare di danneggiarle. La durata complessiva dei lavori è prevista in 22 mesi. L’estensione delle strutture morfologiche di lato delle casse di colmala è di 42,3 ettari e di 53.5 invece dal lato laguna. Per le opere di protezione e marginamento saranno impiegati 150 mila metri cubi di fanghi.
Se dal punto di vista ambientale, dunque, c’è il via libera dalla Regione ai marginamenti, restano i già noti problemi di carattere economico. Non ci sono infatti attualmente risorse per gli interventi di consolidamento delle sponde dei canali portuali, che per questo nell’ultimo anno si sono notevolmente rallentati, con i conseguenti problemi dal punto di vista ambientale, per il possibile sversamento in laguna di sostanze inquinanti. Una situazione di incertezza che prosegue tuttora.
A lanciare l’allarme, all’interno della sua relazione annuale riferita al 2016, resa nota di recente, è stata la stessa Autorità portuale di Venezia. l.o stesso assessore regionale allo Sviluppo economico, Roberto Marcato, aveva confermato che non ci sono attualmente novità per quanto riguarda i marginamenti di Porto Marghera. I progetti ci sono ma non i 200 milioni che servirebbero per completarli. Ha scritto a questo proposito l’Autorità portuale nella sua relazione: «Nel corso del 2016 gli interventi programmati dal Provveditorato interregionale per le opere pubbliche, volti a impedire il rilascio in laguna dalle sponde dei canali portuali di materiali inquinanti, hanno avuto un notevole rallentamento per i mancati finanziamenti governativi».
articolo di Enrico Tantucci
commento di Lidia Fersuoch
Questo articolo ha un commento
I commenti sono chiusi.
cerco di mostrare la mia incrollabile idea riguardo alla futura sistemazione della laguna, all’ubicazione del suo porto per grandi navi ed al deflusso delle acque del padovano e del vicentino: l’idrovia Padova-Adriatico, ultimata, arginata nel tratto che attraversa la laguna, ma con possibili scambi d’acqua con i due bacini di Venezia e di Chioggia, diventa il porto-canale per le grandi navi, una via d’acqua dal mare all’entroterra come erano i fiumi che i “savi (per allora) alle acque” veneziani hanno deviato…ed infine, insieme a calibrate gestioni delle due restanti bocche di porto di Lido e Chioggia, una riduzione dei due bacini delle stesse per un più facile controllo delle idrodinamiche lagunari….in pratica un po’ quello che avrebbe fatto la natura senza le deviazioni di cui sopra…..i veneziani che volevano avere abbastanza acqua per far navigare le loro galee mai avrebbero immaginato che i venti-trenta metri di lunghezza delle stesse ed il metro di profondità minimo per il loro galleggiamento sarebbero diventati i 300 metri delle navi crociere che esigono una quindicina di metri di profondità….
(v. anche https://www.academia.edu/6437024/Portualita_e_idrologia)