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Notizia esiziale per la Laguna, quella pubblicata su La Nuova Venezia di sabato e di cui si riporta il testo integrale.
La VIA regionale positiva a un progetto di marginamento (con pietrame!) del Canale dei Petroli, in vista del suo potenziamento, è attribuita in spregio alle leggi speciali per la tutela di Venezia e della sua Laguna.

 

Canale dei Petroli, la “Via” dà l’ok al marginamento
Intervento della Regione per le barriere sommerse ed emerse, e per le opere di difesa dall’erosione. Ma per i cantieri non ci sono i fondi necessari

Via libera dalla commissione di Valutazione d’impatto ambientale e strategica della Regione – sia pure con prescrizioni – agli interventi di marginamento e protezione dei fondali del canale Malamocco-Marghera (o dei Petroli), destinato in prospettiva a diventare anche la nuova via d’acqua per il passaggio delle grandi navi, se e quando vena realizzato il nuovo terminal crocieristico a Marghera. Un parere indispensabile perché il canale attraversa aree Sic, lungo le casse di colmata A,B e D-E, di Interesse naturalistico e ambientale e, dunque, il progetto definitivo presentato dal Provveditorato alle opere pubbliche.
Gli interventi proposti dal Provveditorato alle opere pubbliche del Triveneto, anche d’intesa con l’Autorità Portuale di Venezia, prevedono la realizzazione di barriere sommerse ed emerse dal lato delle casse di colmata e opere di protezione e di difesa dall’erosione dal lato della laguna, lungo il bordo del canale del Petroli, con scogliere in pietrame variamente strutturate. Prevista inoltre la realizzazione di palifi­cate a braghe (gabbioni cilindrici a rete metallica) riempite di fanghi selezionati perché non inquinanti. Anche dal lato laguna la conterminazione sarà effettuata con una palificata sostenuta da burghe e materassi.
Le prescrizioni della Com­missioni Vas e Vinca regionali prevedono per i marginamenti impiego dei sedimenti di tipo B (debolmente inquinati) solo per i depositi e a condizione che nelle aree di conterminazione in cui saranno effettuati gli interventi sia realizzati una copertura con fanghi di tipo A (non inquinati) per uno spessore di oltre mezzo metro. I fanghi da impiegare per i marginamenti, inoltre, dovranno provenire esclusivamente da interventi di manutenzione ordinaria dei canali portuali e lagunari esistenti. Anche gli interventi di naturalizzazione delle protezioni dovranno essere realizza­te solo con vegetazione pro­pria di questo habitat laguna­re. I lavori dovranno inoltre svolgersi preferibilmente al di fuori del periodo riproduttivo (da marzo a luglio) delle specie animali che abitano queste zone e di realizzare comunque nel corso di essi un monitorag­gio relativo a tutti gli habitat e alle specie di interesse comunitario presenti in quest’area na­turalistica, per evitare di dan­neggiarle. La durata complessi­va dei lavori è prevista in 22 mesi. L’estensione delle strut­ture morfologiche di lato del­le casse di colmala è di 42,3 et­tari e di 53.5 invece dal lato la­guna. Per le opere di protezio­ne e marginamento saranno impiegati 150 mila metri cubi di fanghi.
Se dal punto di vista ambien­tale, dunque, c’è il via libera dalla Regione ai marginamenti, restano i già noti problemi di carattere economico. Non ci sono infatti attualmente risor­se per gli interventi di consoli­damento delle sponde dei ca­nali portuali, che per questo nell’ultimo anno si sono note­volmente rallentati, con i con­seguenti problemi dal punto di vista ambientale, per il possibi­le sversamento in laguna di so­stanze inquinanti. Una situa­zione di incertezza che prose­gue tuttora.
A lanciare l’allarme, all’interno della sua relazione annuale riferita al 2016, resa nota di recente, è stata la stessa Autorità portuale di Venezia. l.o stesso assessore regionale allo Sviluppo economico, Roberto Marca­to, aveva confermato che non ci sono attualmente novità per quanto riguarda i marginamenti di Porto Marghera. I pro­getti ci sono ma non i 200 mi­lioni che servirebbero per com­pletarli. Ha scritto a questo proposito l’Autorità portuale nella sua relazione: «Nel corso del 2016 gli interventi program­mati dal Provveditorato inter­regionale per le opere pubbli­che, volti a impedire il rilascio in laguna dalle sponde dei canali portuali di materiali inquinanti, hanno avuto un notevole rallentamento per i mancati finanziamenti governativi».

articolo di Enrico Tantucci
commento di Lidia Fersuoch

Questo articolo ha un commento

  1. cerco di mostrare la mia incrollabile idea riguardo alla futura sistemazione della laguna, all’ubicazione del suo porto per grandi navi ed al deflusso delle acque del padovano e del vicentino: l’idrovia Padova-Adriatico, ultimata, arginata nel tratto che attraversa la laguna, ma con possibili scambi d’acqua con i due bacini di Venezia e di Chioggia, diventa il porto-canale per le grandi navi, una via d’acqua dal mare all’entroterra come erano i fiumi che i “savi (per allora) alle acque” veneziani hanno deviato…ed infine, insieme a calibrate gestioni delle due restanti bocche di porto di Lido e Chioggia, una riduzione dei due bacini delle stesse per un più facile controllo delle idrodinamiche lagunari….in pratica un po’ quello che avrebbe fatto la natura senza le deviazioni di cui sopra…..i veneziani che volevano avere abbastanza acqua per far navigare le loro galee mai avrebbero immaginato che i venti-trenta metri di lunghezza delle stesse ed il metro di profondità minimo per il loro galleggiamento sarebbero diventati i 300 metri delle navi crociere che esigono una quindicina di metri di profondità….
    (v. anche https://www.academia.edu/6437024/Portualita_e_idrologia)

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