Dalla rassegna stampa di ieri domenica 17 febbraio vogliamo segnalarvi questo articolo, apparso su La…
«Grandi navi, necessario che escano dalla laguna», La Nuova di Venezia e Mestre – 28.02.18
Pubblichiamo il testo di un’intervista realizzata da Enrico Tantucci a Ilaria Borletti Buitoni, in cui l’esponente del Partito Democratico esprime posizioni su Venezia decisamente ‘eretiche’ rispetto alla linea ufficiale tenuta dal governo e alle recenti scelte del partito per quanto riguarda la Laguna e il problema della croceristica.
Forse la conclusione dell’incarico di governo le consente di esprimere liberamente il suo pensiero e le sue preoccupazioni su futuro di Venezia, degli abitanti e della Laguna. Pensieri in realtà altre volte formulati ma sempre a mezza voce. Borletti sostiene ora apertamente la necessità di estromettere le navi incompatibili dalla Laguna e di farle approdare eventualmente a Trieste, pensando a un processo di riconversione profonda dell’economia veneziana e a una strategia seria di governo del turismo. Critica le prospettive di sviluppo d’impronta unicamente economica, e l’impegno di risorse ingentissime per il Mose, mentre «con quei fondi sarebbe stato possibile salvare Venezia, tutta la sua Laguna e affrontare seriamente il controllo del turismo».
Dispiace non averla potuta sentire dal vivo, in quanto l’incontro programmato il 28 febbraio a San Leonardo è stato cancellato. Sarebbe stato anche interessante sentire il parere del candidato del suo stesso partito Andrea Ferrazzi, dal momento che il Pd, con il suo ministro Delrio, ha invece optato per tenere le grandi navi in Laguna con il devastante progetto di Marghera, e ha deciso di continuare a tutti i costi la realizzazione del Mose all’indomani dello scandalo, nonostante il nostro appello per una moratoria.
A Ilaria Borletti Buitoni rivolgiamo l’invito di iscriversi a Italia Nostra, che invece condivide le sue posizioni su Venezia.
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Finalmente delle posizioni e delle soluzioni logiche, che rispettano Venezia e la sua laguna , non subordinate agli interessi delle lobby economiche.
Dispiace non siano state sostenute quando il sottosegretario poteva incidere nelle scelte di governo. O forse c’era questa possibilità?