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Il presidente della Regione Veneto G. Galan nel gennaio 2004 portò personalmente la Commissione di Salvaguardia all’approvazione a scatola chiusa del progetto del MoSE senza neppure il preventivo esame dei 72 fascicoli del progetto (solo il sottoscritto e altri cinque membri della Commissione si rifiutarono di partecipare a quella vergognosa votazione). Il testo del voto finale (evidentemente preparato dal Consorzio Venezia Nuova con il Magistrato alle Acque) ha prescritto che “la progettazione esecutiva delle opere in vista ed in particolare degli edifici da realizzare in corrispondenza di ciascuna bocca dovrà essere eseguita d’intesa con la Soprintendenza di Venezia”. Per questo né la Commissione né nessun altro in tutti questi anni ha potuto analizzare e discutere criticamente questi progetti alle bocche di porto.
Finalmente dal 2016 il nuovo codice degli appalti prevede che i progetti delle opere pubbliche vengano sottoposti al “Dibattito Pubblico” con esame e discussione critica delle alternative progettuali. Le norme attuative, approvate dal Parlamento, non sono ancora operative ma prevedono (art. 3 comma 4) che “L’amministrazione può indire su propria iniziativa il dibattito pubblico quando rileva l’opportunità di una maggior partecipazione in relazione alla specificità degli interventi in termini di rilevanza sociale, impatto sull’ambiente, sul patrimonio culturale e il paesaggio”.
Per questo qualche mese fa ho proposto al Provveditore OO.PP. ing. Linetti (che si è dichiarato disponibile) di presentare e mettere a disposizione di tutta la città i progetti per una analisi critica e una discussione pubblica prima della loro approvazione e attuazione.
Va tenuto presente che per superare l’Infrazione a cui l’Europa ha condannato il progetto MoSE il Governo italiano si è dovuto impegnare a realizzare opere di compensazioni e miglioramenti ambientali che nel Piano del 2007 prevedevano interventi per complessivi 266 Ml €.
Per cui devono essere predisposti e attuati (oltre alle opere per la gestione del MoSE) soprattutto gli interventi di riqualificazione ambientale e paesaggistica nelle sei testate dei litorali immediatamente retrostanti e nell’isola del MoSE.
Tutte queste testate (soggette alle tutele dei vincoli italiani e delle normative europee e dell’Unesco) sono state sconvolte e occorre una progettazione di grande qualità e funzionalità ambientale prima ancora che paesaggistica. In particolare è prioritaria la riqualificazione della testata di S.ta Maria del mare a Pellestrina dove il cantiere del MoSE (provvisorio) ha sconvolto la spiaggia e il litorale; ciò per dare attuazione degli impegni di Magistrato e Consorzio e alla prescrizione unanime della Commissione di Salvaguardia.
Ora però quanto ho proposto rischia di essere trasformato dall’IUAV in una mostra di autocelebrazione dei progettisti. La cosa deve essere invece organizzata, anche con un approccio sperimentale, in modo da rendere possibile, documentato e verbalizzato un vero “Dibattito Pubblico”.
Devono essere esposte e a disposizione del pubblico le copie di tutti gli elaborati scritti e grafici presso un luogo pubblico facilmente accessibile come la sede della municipalità del Lido (oltre che in una sede del Consorzio Venezia Nuova come Tethis).
Deve essere organizzata una serie di presentazioni e discussioni pubbliche “seminariali” (almeno sette: una per ogni testata e una per l’isola del MoSE) verbalizzando le osservazioni e le proposte di miglioramento, a cui potranno seguire documenti scritti. Le autorità dovranno dare una risposta argomentata.
Credo che potrebbe essere la prima esperienza in Italia di “Dibattito Pubblico” di cui il Provveditore Linetti potrà andare orgoglioso.
prof. Stefano Boato
Venezia 15.3.2018