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Si ritorna purtroppo a parlare di marginamento con scogliera per il Canale dei Petroli, precisamente se ne riparlerà nella seduta della Commissione di Salvaguardia prevista domani 16 ottobre.
Le perplessità nostre (già espresse qui), di Ecoistituto del Veneto, della Lipu e di Venezia Cambia (qui in pdf) e la rassegna stampa dedicata.

 

Progetto per la Protezione Canale Malamocco-Marghera. Osservazioni e proposte.

Il progetto per la “Protezione del Canale Malamocco-Marghera” (Canale dei Petroli), inviato alla Commissione di Salvaguardia per la seconda volta, in esame nella seduta del 16 ottobre 2018, contraddice le linee del Piano Morfologico prescritto dalla Legge speciale (n. 139/1992, art. 3) e approvato dal Magistrato alle Acque nel 1993, le prescrizioni del Palav (Piano di area della Laguna e dell’area Veneziana) e della stessa Commissione di Salvaguardia.

Il progetto odierno prevede uno Stralcio «urgente e provvisorio», con palancolate, per giungere poi al Progetto Definitivo con scogliera in pietrame al bordo della Cassa di colmata B (fig. 2, p. 6), scogliera che non è minimamente prevista dal Piano Morfologico del 1993, Piano che negli “Interventi per ridurre gli effetti della portualità sulla morfologia” (vol. 7B, p. 68-88, paragrafo 2.5) a fronte della Cassa di colmata B prevede (p. 69 e 73) solo nuove barene su lato opposto del canale, verso Laguna.

Complessivamente il Piano Morfologico del 1993 prevede una serie di interventi per il riequilibrio della Laguna e in particolare per la riduzione dell’invaso e dell’officiosità del Canale Malamocco-Marghera, interventi a tutt’oggi non attuati sebbene sollecitati anche dal voto unanime della Commissione di Salvaguardia (voto n. 33/54905 del 18 dicembre 2003), che concludeva: «rimane convenuto di presentare quanto prima il progetto generale di riqualificazione del Canale dei Petroli riducendone l’officiosità idraulica come indicato nel piano del Magistrato alle Acque del 1992-1993».

Nel tratto in esame, come evidenziato dalle ricerche dell’università di Ca’ Foscari e del Cnr, si devono ridurre le grandi onde che sono la causa dell’erosione dei bassifondi e delle casse di colmata e dell’interramento del Canale Malamocco-Marghera: bisogna ridurre la dimensione e soprattutto la velocità delle navi più grandi e contrastare e interrompere con morfologie lagunari (dossi, motte, barene) il fetch da vento.

Invece questo progetto, già fermato nel 2014 dalla Commissione di Salvaguardia, ripropone oggi le scogliere, con grandi massicciate di pietrame non compatibili con la Laguna; le colloca anche di fronte alla Cassa di colmata B e “provvisoriamente” le anticipa con grandi palancolate (alte m. 8,5 per una  lunghezza di 1.335 metri). Il progetto ha avuto una Vinca regionale positiva, il che non significa per nulla un’approvazione, ma soltanto che non ci sono incidenze negative a carico di habitat o specie di interesse comunitario.

Il Palav vieta l’uso di pietrame e palancolate negli interventi in Laguna e prescrive che «per la conservazione delle caratteristiche fisico-morfologiche e ambientali deve essere limitato il fenomeno dell’erosione con materiali compatibili con l’ecosistema e con tipologie di intervento rispettose degli aspetti ambientali» (art. 6) e che gli «interventi indirizzati al ripristino dei margini erosi sono da effettuarsi con modalità e materiali compatibili» (art. 9).

Il parere unanime della Commissione di Salvaguardia del 2003 ha già prescritto: «le energie anomale ed eccessive dovute alla innaturalità dell’assetto attuale e ai passaggi delle navi vengano ridotte al minimo … le energie anomale non riconducibili dovranno comunque essere inglobate nei nuovi assetti funzionali progettati e realizzati in modo da divenire fattori di vivificazione, di rinaturazione e di nuovo equilibrio dinamico … sul lato delle casse di colmata si raccomanda di studiare l’inserimento di una serie di elementi per creare dei chiari interni collegati da ghebi … che dovrebbero costituire piccole casse di espansione per l’onda prodotta dalla nave».

Ancora una volta invece di riequilibrare si cerca di forzare sempre più le compatibilità della Laguna. Per poter realizzare questo obiettivo si arriva ad affermare cose non vere: «Si evidenzia come tali opere non debbano essere soggette a valutazione di impatto ambientale, Via, in quanto già previste nel sopracitato Piano Morfologico del 1993» (p. 6).

Si chiede di fermare nuovamente questa progettazione stravolgente e incompatibile con la Laguna e di far rielaborare il progetto con finalità e modalità coerenti con il Piano Morfologico del 1993, con il Palav (1995) e con le prescrizioni della Commissione di Salvaguardia (2003), progetto che comunque dovrà essere sottoposto a Via (Valutazione di Impatto Ambientale).

Ecoistituto del Veneto, Michele Boato
Italia Nostra – Sezione di Venezia, Lidia Fersuoch
Lipu Venezia, Gianpaolo Pamio
Venezia Cambia, Marco Zanetti

Venezia, 13 ottobre 2018

 

rassegna stampa 

  • 14 ottobre

Scogliere e palancole in laguna: rispunta il progetto del Porto, La Nuova Venezia;
Palancole sul Canale dei Petroli, no degli ambientalisti, Il Gazzettino;
Associazioni contro le palancole «Fare la Via», Corriere del Veneto;

  • 15 ottobre

Palancole e scogliere «Quei materiali sono proibiti», La Nuova Venezia.

 

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