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Ricordiamo l’aqua granda del 1966, con una foto scattata martedì scorso dopo l’acqua alta di lunedì 29 ottobre e invitandovi a rivedere il documentario che Rai Storia ha dedicato due anni fa al cinquantenario dell’alluvione.

A rappresentare il ruolo e la voce di Italia Nostra, Lidia Fersuoch intervistata nell’Archivio di Stato di Venezia che custodisce temporaneamente l’archivio della Sezione veneziana (dal minuto 23°) e “indirettamente” l’arch. Renato Padoan (dal minuto 52°) nel documentario di Indro Montanelli (1969)

Link al video > Aquagranda. Venezia e l’alluvione del ’66

 

L’alluvione rappresentò un giro di boa per la Sezione di Venezia di Italia Nostra, la più antica associazione di tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della nazione, fondata nel 1955.
Negli anni precedenti al 1966 la Sezione, costituita il 9 maggio 1958, si era concentrata sulla difesa della città dalle speculazioni edilizie e sulla battaglia contro le “strade translagunari” previste dal Prg, arterie automobilistiche che avrebbero sventrato Cannaregio, le Vignole e Sant’Erasmo. Fermare il massacro della città: un successo ottenuto grazie all’impegno dei presidenti Paolo Venini e Giovanni Astengo,di consiglieri e soci della Sezione come Elena Bassi, Giorgio Bellavitis, Antonio Casellati, Anna Maria Cicogna, Teresa Foscari, Ennio Gallo, Antonio Giordani Soika, Alessandro Marcello, Giuseppe Samonà, Egle Trincanato, Dino Vighy.
Per la Laguna, la Sezione aveva denunciato la mancanza di studi sugli effetti del Canale dei Petroli, richiesto la realizzazione di un modello e l’apposizione del vincolo.
Dopo l’alluvione, la Sezione iniziò un’opera di studio e di divulgazione dei problemi lagunari che portò all’elaborazione di alcuni principi espressi in molti documenti ufficiali e accolti dalla Legge speciale per Venezia del 1973.
La denuncia di un modello di sviluppo economico (in quel caso industriale) non compatibile, del’inquinamento, delle conseguenze esiziali di qualunque escavo di canale profondo, il rifiuto di imbonimenti di aree lagunari e – ancor prima e a monte – l’asserzione dell’essere la Laguna patrimonio non soltanto naturale ma culturale dell’umanità sono ora coscienza comune, condivisa da coloro che operano per la salvaguardia di Venezia e della sua Laguna, e sono alla base delle recenti deliberazioni dell’Unesco.
Non solo denunce: la Sezione presenta uno scenario di ripristino di funzionalità idraulica e morfologica del Canale dei Petroli, canale responsabile della profonda alterazione del bacino lagunare centrale.

(testo di accompagnamento al materiale da noi esposto nell’ambito della mostra Venezia 1966 – 2016. Dall’emergenza al recupero del patrimonio culturale. Storie e immagini dagli archivi della città allestita presso le Sale Monumentali della Biblioteca Marciana dal 28 ottobre al 27 novembre 2016)

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