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Venezia, 25 novembre 2022
prot. n. 17/2022

Lodi sperticate al Mose che ha salvato Venezia, e insulti sui social a coloro che sono stati
sempre critici (e lo sono ancora, come noi) e che come tutti si augurano che funzioni. Tra
l’altro, ci mancherebbe altro che dopo 6 miliardi spesi non funzionasse!
Ma se si fosse costruita l’opera alternativa al Mose scelta dal Comune di Venezia e dal sindaco
Cacciari, ci saremmo evitati molti problemi. Questi i più macroscopici: sarebbe costata 1/5 del
Mose; la manutenzione non costerebbe 100 milioni all’anno, ma solo alcuni milioni; i
sollevamenti non costerebbero 200 mila euro e la potenza impiegata sarebbe stata 1/10 di
quella necessaria per il Mose; non ci sarebbero problemi di corrosione essendo la struttura
completamente removibile e manutenibile all’asciutto; non si sarebbero dovuti escavare i
fondali delle bocche aumentando l’acqua in entrata e dunque l’erosione e la velocità delle
correnti che tutti ora vedono in città; non ci sarebbe l’inquinamento dell’acque dovuto agli
anodi di zinco che il Mose usa; non sarebbe stata necessaria la costruzione dell’enorme isola
artificiale di 9 ettari alla bocca di Lido e della piastra per i cantieri dei cassoni che deturpa Santa
Maria del Mare; non saremmo sempre col fiato sospeso per i fenomeni di instabilità dinamica,
possibili secondo gli Esperti internazionali e la società consulente del Comune, Principia; non
si sarebbe prodotto il marciume dell’estesa corruzione e di un sistema di potere pervicace; e
soprattutto, sarebbe stato in funzione senza problemi anni prima. Non si sarebbe dunque
verificata l’acqua alta del 2019.

Il consiglio direttivo di Italia Nostra-Venezia

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