Pdl 244 - Presentazione delle richieste di emendamento di Legambiente, Italia Nostra e WWF
Il Bosco dello sport è un progetto di cementificazione di una zona agricola vicino a Tessera; progetto della Città Metropolitana di Venezia e del Comune di Venezia, che si intende finanziare utilizzando anche i fondi del PNRR. La posizione di Italia Nostra, profondamente contraria, è sintetizzata nel comunicato inviato ai Consiglieri comunali, in previsione della discussione nelle Commissioni e successivamente nel Consiglio Comunale.
Venezia, 08 febbraio 2023
prot. n. 02 /2023
Oggetto: Bosco dello sport
A nord di Mestre, fra il paese di Tessera e il fiume Dese, è prevista, su quelli che oggi sono terreni agricoli, la realizzazione di una Cittadella dello Sport, eufemisticamente definita “Bosco”, ma in realtà consistente in una nuova urbanizzazione con parcheggi, strade, un palazzetto per il gioco della pallacanestro, uno stadio per il gioco del calcio, una piscina olimpionica, un centro di medicina e istituti di educazione fisica, per un totale di superficie pavimentata-costruita di quasi 40 ettari.
L’intervento è reso possibile grazie ad un Accordo di programma fra la Città metropolitana di Venezia – beneficiaria di un finanziamento di 93MLN di euro del PNRR – e il Comune di Venezia che, fra estinzione di vecchi prestiti e nuovi mutui, si accollerebbe il resto della spesa, per un totale di oltre 300MLN di euro.
L’investimento, oltreché sproporzionato in un periodo di perdurante crisi economica, risulta finanziato con risorse che hanno uno scopo esattamente contrario rispetto a quello per cui vengono impiegate: i fondi M5C2 Investimento 2.2 (quelli impiegati in questo caso) sono, infatti, specificamente dedicati alla rigenerazione urbana, alla riduzione dell’emarginazione e delle situazioni di degrado sociale nelle periferie delle grandi aree urbane e alla riduzione del consumo di suolo.
L’area di intervento (Venezia-Tessera) non presenta alcuna delle caratteristiche di degrado sociale e di vulnerabilità previste dalla normativa, avendo indici di criminalità bassissimi e una struttura territoriale prevalentemente costituita da villette unifamiliari all’interno di un paesaggio agrario incontaminato.
Al contrario vaste zone della città di Mestre, che avrebbero pieno titolo ad ottenere questi fondi PNRR, sono lasciate al loro lento e inesorabile declino (via Piave, corso del Popolo, ex Umberto I, ecc.), come pure Porto Marghera: non è stato minimamente preso in considerazione, per nessuna di queste, azioni di risanamento, condannandole a rimanere un’area periferica “malata” e “incurabile”.
E a Venezia stessa si potrebbero restaurare 2.000 alloggi pubblici vuoti e inutilizzati, in una città da ripopolare, mentre l’esodo e il mercato del turismo l’hanno ridotta ormai a meno di 50.00 abitanti.
La gronda lagunare nord dove sono previste le nuove opere, inoltre, è limitrofa alla ZSC “Laguna superiore di Venezia” e alla ZPS “Laguna di Venezia” tutelate, rispettivamente, dalla Direttiva 92/43/CEE “Habitat” e dalla Direttiva 2009/147/CE “Uccelli”, e la nuova viabilità di servizio di stadio e palasport intercetta il sito UNESCO “Venezia e la sua Laguna”.
A fronte di questi precisi valori ecologici ed ecosistemici, nessuna valutazione di conformità alle condizioni collegate al principio europeo DNSH (non arrecare danno significativo agli ambienti naturali) è presente nel progetto in oggetto – demandata a momenti successivi e futuri – come pure la verifica di assoggettabilità a VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), conclusa lo scorso 15 dicembre 2022 senza essere pubblicizzata e presentata ai cittadini. Infatti, le osservazioni dei privati – cittadini, associazioni e imprese – pervenute alla Città metropolitana sono pari a zero.
È chiaro che il progetto, eufemisticamente definito “Bosco della Sport”, non è minimamente in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile, di economia circolare e di Green Deal di Next Generation EU e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Si tratta del vecchio progetto della Cittadella dello Sport di Tessera, tirato fuori dal cassetto dopo oltre vent’anni, in cui è prevista un’importante cementificazione per la realizzazione di una serie di impianti sportivi in aperta campagna sull’esempio di quanto avvenuto ad Atene per le Olimpiadi del 2004 (e contrariamente a quanto avviene in tutta Europa dove vengono riqualificati gli impianti esistenti in centro città), e con il mascheramento di filari di alberi (tipico esempio di Greenwashing) che nulla hanno a che vedere con il concetto di bosco e di naturale.
I bandi di appalto integrato (progettazione ed esecuzione lavori) della nuova Cittadella dello Sport, poi, sono stati pubblicati il 30 dicembre 2022 senza una Variante urbanistica approvata (l’attuare VPRG Terraferma prevede per questi suoli l’uso agricolo) e, stranamente, non contengono finora la gara per la realizzazione dello stadio per il gioco del calcio, a testimonianza che tutte le attenzioni del Sindaco sono per l’Arena del basket e per le infrastrutture ad essa collegate, viabilità e opere di urbanizzazione interna, profilando un preciso e innegabile “conflitto di interessi” (a testimonianza del quale vi è l’astensione del Sindaco stesso nel voto in Città metropolitana sull’Accordo di programma).
Infatti il bando di gestione dell’Arena è riservato solo a società professionistiche del territorio metropolitano impegnate in competizioni nazionali e internazionali con esperienza di impianti di almeno 3.000 posti: di fatto quindi RISERVATA SOLO ALLA UMANA-REYER del Sindaco Brugnaro (l’attuale sede del Palasport Taliercio ha la capienza di 3.509 posti).
La struttura dovrà avere anche funzionalità sociali, culturali e di aggregazione sociale allo scopo di garantire l’utilizzo tutto l’anno e assicurare ai gestori il ritorno economico per coprire i costi da affrontare e avrà una capienza di 10.000 spettatori per gli eventi sportivi, 12.000 per gli spettacoli. Da sottolineare che l’Umana Reyer maschile ha in media 2.500 spettatori e quella femminile un migliaio.
Peraltro è stata ultimata in questi giorni anche la progettazione esecutiva, sempre a Mestre, in via del Granturco, di un altro palazzetto dello Sport da 1.000 posti.
Si potrebbe potenziare l’attuale palazzetto Taliercio riqualificandolo con l’area urbana contermine, ma evidentemente Brugnaro vuole una nuova grandissima Arena pagata tutta con soldi pubblici (dal comunicato dell’Amministrazione Comunale del 29.12.2022: “Arena: importo totale di 107.895.770€, di cui 45.962.573 quota PNRR e 61.933.197 dal Comune di Venezia).
Il conflitto di interessi – di cui sopra – di Brugnaro appare enorme, considerando poi che per il “Bosco dello Sport” vengono spesi tutti finanziamenti pubblici: i residui del bilancio comunale, il mutuo comunale che dovranno pagare le future amministrazioni e le risorse del PNRR!
Infine vi è un ultimo aspetto da non sottovalutare. La nuova Cittadella dello Sport va a sommarsi ad altri interventi previsti nel c.d. “Quadrante di Tessera”: il nuovo collegamento ferroviario con l’aeroporto (c.d. Cappio), il Terminal T2 in area ex-Poletti, il Terminal di progetto in località Ca’ Noghera-Montiron, la nuova cittadella aeroportuale prevista dal futuro MasterPlan, con eventuale seconda pista (per cui sono state già acquisite le aree).
Risulta chiaro che in terraferma nord si sta creando una vera e propria “Nueva Mestre” destinata a svuotare ulteriormente di funzioni (sportive, mediche, scolastiche, trasportistiche, ecc.) la Mestre “storica”, con il paradosso che i nuovi insediamenti sono realizzati con le risorse che sarebbero dovute servire a riqualificare le strutture edilizie esistenti, che, al contrario, si trovano alle porte di casa una nuova e agguerrita concorrenza sociale, economica e infrastrutturale.
Venezia, 8 febbraio 2022
Il Consiglio direttivo di Italia Nostra Venezia